LEGO® 76912 – Fast & Furious 1970 Dodge Charger R/T – Recensione

LEGO® 76912 – Fast & Furious 1970 Dodge Charger R/T – Recensione

Eccoci alle prese con uno dei piccoli set di prossima uscita più attesi: l’iconica regina delle Muscle Car americane, il Dodge Charger R/T del 1970 !
Ad aumentare l’hype per questa uscita c’è che questa versione dell’amatissimo bolide americano é quella ideata per il film Fast & Furious dell’ ormai lontano 2001 ossia l’auto di Dominic Toretto (Vin Diesel), nera, finiture cromate, assetto da drag race e con un enorme turbocompressore che spunta dal cofano anteriore!

Mi approccio con fare molto critico a questo modello, perchè avendo la fortuna di poter girare ogni tanto su una VERA Charger R/T del 70, di proprietà di un caro amico..è un auto che conosco molto bene.
La prima critica però la devo rivolgere alla minifig del nostro protagonista perchè a me tutti ricorda tranne che quel coattone di Vin Diesel !
Il telaio va via veloce e si intuisce subito come la culla di base non basterà a soddisfare le dimensioni del modello predisponendo un prolungamento ingente al posteriore.

Retro molto curato e uno snot decisamente interessante per il portabagagli che si va ad inserire in maniera molto solida al resto del telaio rendendo giustizia alle linee del retrotreno della vera charger.

Si conincia con gli interni andando ad assemblare il sedile monoposto da corsa, la leva del cambio manuale e quella che credo voglia essere una bombola di NOS (protossito d’azoto) da attivare per sovralimentare il mostro sotto al cofano. Del resto l’allestimento R/T sta per Road & Truck, quindi dedicato alle famose gare di accelerazione sul quarto di miglio tipicamente americane. Vediamo infatti come il nostro Toretto sia intento anche ad allestire un roll cage interno per prevenire danni in caso di ribaltamento!

Ecco spuntare per lo snot dedicato ai finestrini posteriori un pezzo nuovo molto controverso, (al centro tra i due di riferimento nella prima foto) il Brick, Modified 1 x 1 x 2/3 with Open Stud , pezzo di quest’anno che già divide gli AFOL tra quelli che dicono “UTILISSIMO” e quelli che maledicono lo spreco di un nuovo stampo! Ma si sa…a noi non sta mai bene nulla !
Ad esempio anch’io non mi spiego come dopo 7 pezzi con stampe dedicate debba applicare un adesivo per la targa !
Nel frattempo Dominic comincia a montare l’esagerato turbocompressore – ah… vi do una notizia: quello nel film era falso, solo poggiato sul blocco motore ! – per fortuna coi nostri LEGO tutto diventa reale !

Proseguiamo l’assemblaggio del cofano anteriore e dell’iconica mascherina che caratterizza la charger e che malgrado l’ottima soluzione dedicata ai fari (che nel vero modello sono a scomparsa dietro due sezioni della stessa mascherina grigliata) ha l’aspetto del modello del 1969, cioè senza la bandella centrale di divisione (che troviamo sul Generale Lee della serie Hazzard ad esempio).
A muso ultimato il contorno della mascherina composto da tile e bracket risulta a mio gusto troppo pesante, da l’idea di un cassetto più che di un muso cattivissimo dal design ormai immortale, ma c’è da dire che in questa scala le alternative sono poche, una delle più valide è infatti quella trovata da Matteo Mobili per la sua Charger General Lee.

Buono ed essenziale il lavoro per il turbocompressore, come per altro la scelta di dotare le ruote di dish 2×2 stampati che danno nel complesso un aria decisamente molto custom all’auto. Azzeccato anche se leggermente scarso l’assetto da drug race (picchiato verso l’anteriore), ma tanto lo sappiamo che questo bolide impenna in partenza…quindi a che serviva accentuarlo?

A modello finito c’è molto che non mi convince sull’anteriore, ma nel complesso è forse il miglior compromesso possibile, per un set a grandissima tiratura e dal più che probabile successo tra grandi e piccini, pecca però la soluzione del tetto a mio avviso poco adatta ad un giocattolo giocabile in quanto priva di connessioni. Per inserire il pilota inoltre, oltre al tetto è necessario rimuovere il parabrezza, cosa che si deve al trucco di averlo incassato 2 plate sotto la linea superiore degli sportelli per rendere migliore la silouette del mezzo.

In conclusione un bel modello da tenere in collezione che risulta anche meno fuori scala di altri costruiti da bravissimi builders, dettagli come le prese di estrazione d’aria laterali, le maniglie fatte coi pattini e il gruppo ottico posteriore arricchiscono il veicolo e trasmettono cura verso questo progetto.

Di seguito vi lascio un foto confronto con la moc di Matteo Mobili, disponibile su rebrickable ( di mia proprietà certo di farvi cosa gradita.
A tutto gas AFOLS !

Si ringrazia il Gruppo LEGO® per aver fornito a Brick.it Magazine una copia recensione del set. Tutte le considerazioni espresse in questa recensione sono frutto dell’opinione personale dell’autore.

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