LEGO® Ideas 21329 – Fender® Stratocaster™ – Recensione

LEGO® Ideas 21329 – Fender® Stratocaster™ – Recensione

Il mito della musica, la famosa Fender Stratocaster, approda finalmente nel mondo LEGO. Il Gruppo LEGO ha deciso di dedicare a questa icona del mondo musicale una set che nulla a che da invidiare al suo originale passato tra le mani di Buddy Holly, Stevie Ray Vaughan, Eric Clapton e Jimi Hendrix tra i tanti. Noi della redazione di Brick.it Magazine abbiamo deciso di dedicare una recensione a questo set che ha tutta la volontà di divenire una icona anche del mondo LEGO.
Come prima cosa la scatola, compatta, è veramente accattivante. Ormai siamo abituati a questa nuova veste grafica utilizzata dal Gruppo LEGO ma mai come in questo set già la stessa acquisisce, e fa acquistare, più valore al set. La grafica ti da un giusto assaggio di ciò che si andrà ad assemblare e con il dettaglio delle dimensioni del set sembra ben strutturata. Il retro della scatola invece tradisce una vera chicca del set ovvero la possibilità di scelta tra la colorazione rossa e nera. Ovviamente si può scegliere solamente tra uno dei due colori, come giustamente è anche specificato sul retro della scatola, e sicuramente la scelta sarà veramente difficile. La resa grafica tra il set e la Fender Stratocaster originale e veramente ottimale.

Aprendo la scatola ci ritroviamo di fronte a ben 12 buste di assemblaggio più una busta di componenti speciali e la busta del libro delle istruzioni con i relativi sticker. Noterete fin da subito la esigua presenza di sticker anche se uno di questi è abbastanza visibile ma non utilizzato nel set.

Il libro delle istruzioni è notevole sia nelle dimensioni che nei dettagli interni. Le prime pagine sono dedicate alla Fender Stratocaster, alla sua storia, alle sue icone nonché al modello LEGO e al fan designer del set che, per dovere, ricordiamo essere della linea LEGO Ideas e perciò proveniente dalla piattaforma omonima dopo il percorso di promozione e di revisione da parte del Gruppo LEGO. Poco prima di iniziare la costruzione abbiamo le specifiche della suddivisione delle buste, dedicate a differenti sezioni costruttive, e come le stesse verranno suddivise tra le due colorazioni rosso e nero.

La prima fase costruttiva, relativa alla busta numero 1, è dedicata alla costruzione dello stand che andrà a sorreggere il set una volta costruito. Un passaggio semplice ma allo stesso tempo interessante sia per alcune tecniche sia per la “complessità” della struttura che con pochi componenti neri riuscirà nel suo semplice intento di sorreggere il modello. Principalmente il passaggio è composto da parti technic, le migliori per ottenere il risultati desiderato. Curiosa la particolarità di poter richiudere lo stand quasi come a dire di poterlo riporre in una custodia da viaggio e partire per lunghe tournée.

La fase 2 della costruzione è dedicata all’assemblaggio del copro della chitarra. Un passaggio interessante perché presente in gran numero molte parti stampate come, e questo è veramente un vero tocco, uno slope stampato che riporta il logo della Fender. Anche le parti della tastiera sono composte da tile in reddish brown stampati. A questo punti si inizia a costruire la paletta nel quale sono alloggiate le “meccaniche”, o “chiavette”, che ci permetteranno di far raggiungere alle corde la giusta tensione nonché il manico, sul quale è montata la tastiera, e il ponte…ovviamente tutto rigorosamente in parti LEGO!

Il passaggio è rallegrato da parti colorate a spezzare la grande presenza di parti tan ma il sapiente utilizzo delle parti LEGO fanno la parte principale per cui con pochi passaggi sapientemente costruiti, tra tile, slope e plate nonché parti speciali, otteniamo le prime parti della tastiera e subito dopo della paletta che assemblate insieme ci danno già le prime proporzioni del set. L’assemblaggio delle prime parti della cassa armonica, la dove sarà presente la ricostruzione in LEGO del ponte, una volta unite alla tastiera/paletta ci dona la primordiale forma del modello. Ci rendiamo conto, con questo passaggio, che il corpo della chitarra sarà principalmente composto con la tecnica snot sapientemente eseguita.

Finita questa fase passiamo alla successiva fase costruttiva della cassa armonica. Nel libro delle istruzioni abbiamo la specifica delle due colorazioni e le relative pagine dedicate nonché le diverse buste da utilizzare. Infatti per il colore rosso si dovranno utilizzare le buste 3, 4, 6, 7 mentre per il colore nero si dovranno utilizzare le buste 3, 5, 6, 8. Noi abbiamo scelto, per nostro gusto, il colore dell’iconica Fender Stratocaster rossa ma, tolte le buste 3 e 6, le due buste restanti per ogni colore riguardano gli stessi componenti con gli stessi passaggi.

In questa fase si utilizzano i primi componenti speciali ovvero gli String with Studs on Ends che andranno a comporre le corde della chitarra. Curiosa qui la presenza di technic plate. La fase, come vi abbiamo anticipato, e un insieme di mini passaggi che andranno a costituire con la tecnica snot la cassa armonica per cui tra brick, plate, tile, slope e bracket la cassa prende forma e un pezzo alla volta viene assemblata per essere poi inserita con tutta facilità nella struttura principale appena costruita nel passaggio precedente.

Successivamente la fase costruttiva passa alla struttura che incastrerà le corde alla cassa armonica per poi agganciarle alla paletta. E’ una fase semplice, colorata e rapida da costruire ma non si esula dal fascino delle modello che stiamo costruendo. Si prosegue agganciando le corde in un passaggio che grazie ai round plate 1×1 colorati, un colore differente per ogni corda, è assai facilitato. Meno facile sarà successivamente rimuovere questi round plate per poi riposizionare i definitivi round plate 1×1 in medium stone grey che permetteranno la “registrazione” delle corde. Un passaggio che va fatto con vera pazienza.

Il seguito della costruzione si incentra sulle buste 6 e 7 e sulla forma del corpo della chitarra. Un passaggio un po’ sottotono ma comunque che sa essere non noioso nonostante la massiva ripetitività cromatica e con un insieme di varie parti tra brick, plate slope ecc sapientemente assemblate, con mini blocchi costruttivi di interessante tecniche costruttive con cui riusciremo ad assemblare la cassa armonica che andrà assemblata in tecnica snot direttamente sul corpo della chitarra già assemblato. Interessante alcuni incastri come quello di un brick with stud on one side 1×1 tenuto nella struttura grazie ad un tile 2×4 rosso a chiudere il tutto.

In questo passaggio ecco il primo sticker applicato, un piccolo dettaglio su un tile che andrà a comporre la parte retrostante della chitarra che vedrà anche due tile 4 x 4 with studs on edge bianchi che serviranno da chiusura della sezione dedicata alle corde. E non dimentichiamo le varie chiavette di registrazione presenti sulla paletta. Ovviamente una riproduzione ma che rendono vivamente l’idea sulla chitarra.

Andrà a chiudere il passaggio l’assemblaggio del pick-up e l’inserimento del fantastico cordino finemente realizzato con il logo della Fender Stratocaster a chiudere quello che è uno dei dettagli più strabilianti del set. La chitarra è conclusa per essere ammirata nella sua interezza e riposta sul suo stand espositivo.

Terminata la chitarra passiamo alla fase costruttiva dedicata all’amplificatore con le buste 9, 10, 11, 12 che vanno a terminare il set. Notiamo subito alcuni componenti particolari e in colori che non ti aspetteresti di ritrovare in un set simile. Per la quasi monocromaticità del passaggio queste parti saranno utili.

La struttura, nella sua base, presenta un componete veramente particolare e le parti utilizzate andranno poi a scomparire nella struttura dell’amplificatore. Fortunatamente l’utilizzo di due brick 1×4 in trans. black permettono di osservare questo componente che pare ricostruire una sorta di bobina. Abbiamo effettuato una foto con flash per mostrarvela chiusa nel suo alloggiamento.

Si prosegue poi rapidamente con la costruzione delle pareti laterali dell’amplificatore e successivamente della griglia che protegge l’altoparlante di cui si costruisce in questa fase anche il suo alloggiamento. Il passaggio della griglia è abbastanza ripetitivo per cui bisogna armarsi di pazienza e posizionare i sui 82 tile 1×2 grille e il tile 2×4 dove dovremmo apporre un’ulteriore adesivo con il logo Fender.

Una volta assemblato il pannello nella struttura, cosa assai facile, la forma generale prende vita. A questo punto è il momento di realizzare il vero altoparlante che con i suoi pochi pezzi è qualcosa di veramente unico. Nero e oro in un connubio perfetto. Il suo aggancio sulla struttura è qualcosa che non abbiamo mai visto prima, personalmente parlando, perché in realtà non è neppure un vero incastro dal momento che la parte è sorretta sulla struttura dell’amplificatore da quattro round plate 1×1 che la tengono salda ma anche libera di ruotare (anche se non sarà questa la sua utilità).

Con la penultima busta, la numero 11, si passa alla costruzione intermedia della parte dell’amplificatore contenente le riproduzioni del sistema di amplificazione. E’ stata la parte più divertente, quella di ricostruire tutti i condensatori, i transistor e addirittura quelle che parrebbero essere delle valvole termoioniche. Un passaggio molto colorato dal momento che ogni componente ha una colorazione differente mentre per le valvole invece si devono realizzare tre piccole costruzioni, di cui una realizzata simpaticamente con la parte del rossetto LEGO, e un passaggio che seppur molto compatto ha la sua difficoltà con tecniche anche talvolta particolari per il mondo dei designer LEGO e più affine al mondo dei fan adulti LEGO…diremo i famosi ex incastri illegali.

Il suo aggancio nella struttura principale chiude la forma dell’amplificatore e, di conseguenza, ne decreta le sue dimensioni.

Dopo di che con poche parti, alcune volutamente colorate, e l’ultimo sticker si costruisce il frontalino. Una piccola costruzione semplice che una volta agganciata sulla struttura, e fissata da alcuni tile, danno la resa definitiva del modello dell’amplificatore. Fantastica la gemma utilizzata come dettaglio, il pulsante di accensione, dell’amplificatore.

Eccoci giunti poi all’ultimo passaggio costruttivo, alla busta numero 12, e agli ultimi pezzi speciali da utilizzare. Questa è la fase in cui andremo a realizzare le parti finali dell’amplificatore ovvero la copertura dell’elettronica e i collegamenti interni. Sto parlando come se si stesse costruendo un vero amplificatore perché nella sua cura realizzativa in effetti lo sembra!

In questa fase notiamo subito delle componenti particolari che solamente alla fine potranno essere utilizzate. Come prima cosa con pochi plate e tile, ovviamente non solo questi, si costruisce il pannello di copertura dell’elettronica.

Successivamente si va ad effettuare il cablaggio della cassa che potrebbe sembrare un gioco semplice ma non lo è. In fondo lo scema seguito nel libretto di istruzioni è una cosa ma la realtà è un po’ più complessa. Comunque con poco tempo si agganciano i 4 flexible tube e si realizzano i piccoli pannelli che andranno a chiudere la parte retrostante il modello ma che lasciano intravedere ugualmente la sua struttura interna. Pannelli facilmente assemblabili ma anche sganciabili per avere accesso alla parte interna.

Con questo abbiamo terminato ma manca la realizzazione del pedale d’equalizzazione e i collegamenti del pedale e della chitarra all’amplificatore. In realtà è un gioco da ragazzi che in pochi istanti viene portato a termine senza troppe pressioni. Va annotato, interessante, come la parte del rossetto viene ulteriormente utilizzata per realizzare il jack dei due cavi. Non è semplice realizzare, o meglio, inserire i pezzi LEGO atti a emulare i 4 Jack ma con un poco di forza in più le parti entrano perfettamente all’interno dei due lunghissimi pneumatic tube neri.

Un’altra particolarità è come rimangano 4 tile 1×1 quater circle di differenti colori da incastrare sotto le corde nella paletta, non facile dal momento che si rischia di spostare le corde per poi doverle nuovamente “registrarle”. Abbiamo faticato a capire cosa rappresentasse ma poi abbiamo concluso che sia la rappresentazione del classico plettro incastrato alle corde per essere sempre presente al momento del bisogno. Certo è un passaggio strano dal momento che non riuscendo a capire a cosa serva il pezzo non si riesce a capire che in realtà possiamo scegliere noi uno dei 4 colori e, altra stranezza, come le altre 3 parti rimaste sono risposte all’interno dell’amplificatore senza un senso logico. Comunque un non nulla in confronto alla magnificenza del set che, con questo ultimo passaggio, si è concluso.

L’opinione finale di questo set non può che essere più che soddisfacente. Ora non siamo esperti di musica quindi da parte nostra non potremmo mai parlare dell’accuratezza del modello ma da esperti LEGO non potremmo che essere più che felici della presenza di questo set. Per molti considerare questi come “sopramobili” è diventato quasi una ripetitività ma vorrei sottolineare, invece, la versatilità di questi set e la loro presenza scenica perché in fondo sono set che devono arrivare dagli AFOL ai semplici appassionati di musica. E avere un set simile esposto su di uno scaffale non solo fa la sua figura ma diventa più che un oggetto da collezione quasi una piccola opera d’arte. Un vero set della line 18+, facilmente notabile da molti passaggi costruttivi tra complessità e numero di parti richieste per passaggio, che si adatterebbe perfettamente anche a chi, come me, è amante del modellismo. Un kit di modellismo ma non il solito kit perché proveniente dai nostri amati mattoncini LEGO. Un set LEGO che vi occuperà abbastanza tempo che sarà ben speso. Il set è più che promosso. La Fender® Stratocaster™ LEGO® Ideas, set di fascia 18+, con le sue dimensioni di 35 cm di altezza, 10 cm di larghezza e 2 cm di profondità (stand e amplificatore escluso) e con i suoi 1074 pezzi è disponibile nei LEGO Certified Store e sul LEGO Shop al costo di 99,99€.

Si ringrazia il Gruppo LEGO® per aver fornito a Brick.it Magazine una copia recensione del set. Tutte le considerazioni espresse in questa recensione sono frutto dell’opinione personale dell’autore.

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