LEGO® 10309 Succulents – Recensione

LEGO® 10309 Succulents – Recensione

Oggetti da esporre, che arredano e che colorano le nostre case e che non hanno bisogno di un pollice verde per sopravvivere. Questi sono i set della serie Creator Expert / Botanical Collection, un tema che sta diventando sempre più interessante e apprezzato dagli AFOL.
Oggi vediamo questi piccoli cactus, un set destinato ad un pubblico adulto, non necessariamente appassionato e che può tranquillamente essere esposto in un appartamento, o sulla scrivania in ufficio. Ma andiamo a vedere i dettagli di queste coloratissime piante grasse.

La confezione
La scatola è quella tipica della serie, con sfondo nero e cornice in verde. Sul fronte e sul retro possiamo vedere le caratteristiche del set. Nove piante inserite in vasetti quadrati neri, che possono essere uniti tra loro o esposti singolarmente. All’interno della scatola tre libretti e tre buste numerate. Ogni libretto e ogni pacchetto servono per realizzare tre delle nove piante. Con questo sistema è possibile per tre persone costruire in contemporanea, rendendo l’esperienza ancora più divertente.

Nel libretto è possibile anche trovare un’introduzione al mondo delle piante grasse, oltre a un profilo del designer Anderson Ward Grubb, che ha anche lavorato al Boutique Hotel Modular, così come al bouquet di fiori che ha dato il via alla collezione botanica.
Mi piace molto l’uso del colore che Anderson Grubb utilizza e questo set era veramente perfetto per lui.
Durante la costruzione, il manuale include molte informazioni interessanti sulle piante grasse che stiamo costruendo, così scopriamo che tutte tranne una sono realizzate sulla base di piante grasse esistenti.

La costruzione
Il set è composto da 9 diverse piante grasse, quindi la costruzione è stata varia e divertente. Ogni pianta grassa è inserita in un vasetto nero 6 x 6 dotato di fessure per i perni Technic per poter affiancare e attaccare i diversi vasi tra loro: è una funzione divertente e intelligente che consente di disporre le piante grasse come si preferisce.

ORANGE ECHEVERIA – MONROE ARANCIONE

L’Orange Monroe è la prima pianta che iniziamo a costruire. Tra tutte quelle del set è una delle build più semplici da assemblare. Quattro foglie ai lati e al centro la pianta vera e propria.
L’effetto finale è un’esplosione concentrica di arancione chiaro.
Mi è piaciuto molto l’uso della pianta con le 4 foglie sulla base del vaso che sembrano volersi allargare verso l’esterno dal fiore.

ALOE

La pianta di aloe è una delle piante grasse più conosciute, ben nota per le sue lunghe foglie spinose simili ad artigli, ma anche per le sue numerose applicazioni, dal suo utilizzo al trattamento delle ustioni, per idratare la pelle o anche come cibo.

Gli artigli tipici Hero Factory in Sand Green, realizzati in plastica gommosa, che ha una trama opaca, conferiscono alle foglie un aspetto e una sensazione più naturali. 
Tra tutte le piante di questo set, risulta quella forse meno riuscita. Mi pare che le foglie siano troppo rade, anche se pure nella realtà la pianta è fatta così. Forse, rispetto alle altre, è quella che mantiene di più l’effetto mattoncini e quindi funziona meno.

SEMPERVIVUM TECTORUM – SEMPREVIVO MAGGIORE

Conosciuta anche come ‘Hens and Chicks’, per la sua tendenza a riprodursi facilmente e rapidamente, con i nuovi germogli che si formano attorno alla pianta principale è una delle piante grasse più comuni e si trova nelle aiuole, o in vaso anche perché non ha bisogno di particolari cure attenzioni.
É una delle mie preferite di questo set, principalmente per la costruzione geometrica a 8 punte e l’utilizzo misto di diversi elementi verdi (5 in totale) che aiutano a rendere le foglie anche visivamente distinte. Mi piace poi molto l’utilizzo veramente creativo della pallina da gelato per il cuore della pianta, realizzato in un colore inedito per questo pezzo.

Proseguiamo con la seconda busta, svuotiamo la busta con il numero due e affrontiamo le prossime tre piante.

PIANTA DEI FORESTMAN

Ok, il nome è assolutamente inventato, ma è l’unica pianta di questo set a non avere un nome, forse perché inesistente in natura. Se vi chiedete perché ho deciso di darle questo nome, la risposta è nelle foglie realizzate utilizzando i cappelli dei mitici Forestman della serie Castle della seconda metà degli anni ’80. Si tratta di una piantina davvero piccola, ma racchiude alcuni segreti davvero intelligenti. Oltre ai già citati cappelli vintage, questa piccola pianta racchiude anche un piccolo nascondiglio: sollevando la pianta, c’è un piccolo spazio in cui inserire piccoli pezzi.

Di per sé questa pianta, come dicevamo non esiste, ma agli occhi di una persona inesperta potrebbe sembrare assolutamente reale.

LAVENDER ECHEVERIA

La Lavender Echeveria, è un’altra delle piante grasse più diffuse e conosciute. Prende il nome dalle sue foglie, ovvimanet, di color lavanda. Trovo la scelta di wquesta pianta molto intelligente per creare una discontinuità cromatica molto intelligente, ed anche per la forma inusuale delle sue foglie.

Per realizzarle sono state utilizzate le ‘spalle’ in color lavanda. Sono disposte in modo molto interessante per replicare l’aspetto di un’Echeveria in fiore.

Il nucleo centrale creato con pezzi in Sand blue e Sand green è perfetto per creare l’effetto di pianta non ancora sviluppata completamente.

MOON CACTUS – CACTUS LUNARE

Quando pensiamo ai cactus colorati, non possiamo non visualizzare il Moon Cactus, una delle piante più affascinanti e colorate di questa tipologia.
Contrariamente alla credenza popolare, questi cactus colorati non sono una singola pianta, poiché i cactus rossi, gialli o arancioni sono le loro specie distinte, che sono mutate per mancare di clorofilla che causa i loro colori – questi vengono poi innestati su altre piante grasse per creare ciò che è noto come “cactus lunare”. Si tratta dunque di due piante in una!

Di questa realizzazione, mi piace molto il corpo verde oliva e l’uso di barre con 3 rebbi come spine. Per la parte colorata, l’uso degli slope rende molto bene la curvatura superiore e l’utilizzo dei fiorellini arancione, è perfetta per rendere più naturale il tutto. Credo che sia la pianta che più spicca, anche a causa dell’altezza, de gruppo, ed è decisamente la mia preferita.

Con questo cactus lunare abbiamo terminato anche la seconda busta. Quindi prendiamo l’ultimo gruppo di mattoncini e partiamo con le ultime tre piante.

BALL CACTUS – CATUS PALLA

Il prossimo cactus che andiamo a costruire è piccolo, ma molto carino. Si tratta del Ball Cactus, o cactus palla, una delle piante grasse più piccole, ma che proprio della sua semplicità fa una delle sue proprietà maggiori.
Nella costruzione ho adorato l’uso dei piccoli artigli verdi, che si piegano quasi perfettamente per creare una forma a cupola, con un fiore al centro per completare il tutto.
Semplice, veloce da costruire, ma molto interessante. D’altronde forse è proprio la semplicità di realizzazione il punto forte di questo colorato set.

BURRO’S TAIL – CODA D’ASINO

Il prossimo cactus che andiamo a costruire, rientra tra i miei preferiti. Si tratta del Burro’s tail (Sedum Morganianum, in Italia sconosciuto come Coda d’asino) una pianta originaria del Messico e che raggiunge anche i 60 cm di lunghezza. Solitamente è conosciuta per le foglie simili a dei piccoli globuli morbidi, e in questo caso, l’utilizzo di uova in Yellowish Green è veramente efficace. Affiancare tutte quelle uova, da una sensazione di naturalezza e casualità veramente realistico. MI è anche piaciuto molto ciò che il designer Anderson Grubb ha fatto con i Brick modified 1×1, per rendere gli steli così organici.
Il fatto, infine, che sia molto alta e che quindi salti subito all’occhio, rende questa pianta protagonista del set e quella su cui ci si sofferma maggiormente per vedere come è stata realizzata.

RED ECHEVERIA
Ultima pianta che andiamo a realizzare è questa Echeveria rossa. Si tratta di una delle piante grasse più accattivanti grazie alle foglie appuntite rosso scuro. L’Echeveria rossa sembra più un fiore in piena fioritura e, a causa della sua grande impronta, occupa molto spazio tra le altre piante grasse.
Anche il design è davvero interessante e ho trovato molto interessante l’uso del Brick a piramide 1 x 1 per le punte delle foglie, che riesce così a conferire quell’aspetto appuntito tipico di questa pianta. Quei piccoli Brick, sono apparsi la prima volta come elementi di dettaglio nei set LEGO® NEXO KNIGHTSTM, una serie che non è stata troppo apprezzata, ma ha introdotto molti pezzi innovativi.
Nella costruzione di questa pianta, troviamo anche l’uso migliore e meno ortodosso degli elementi: delle pistole nere, utilizzate per attaccare le foglie esterne allo stelo e sono un metodo piuttosto ingegnoso per sfruttare gli angoli unici della pistola. La pianta è poi leggermente piegata in avanti, così da darle una postura più naturale. Con questo tocco di rosso abbiamo finito la nostra collezione di piante grasse.

Conclusione

Il set 10309 da la possibilità di costruire nove diverse piante grasse, offrendo un’ampia varietà e un’esperienza di costruzione davvero interessante, con tecniche nuove e soluzioni inaspettate. Inoltre dimostra una volta di più, come con i mattoncini sia possibile realizzare praticamente qualsiasi cosa.
Spesso i negozi di interni per la casa vendono “false piante grasse” che le persone usano per decorare i loro spazi abitativi. Quelli qui proposti, oltre ad essere molto più colorati, hanno ancora almeno ad un’occhiata più da vicino, un aspetto a mattoncino, che può incuriosire molto più di una pianta in plastica.
Complimenti al designer Anderson Grubb ha creato queste piante grasse.

L’unico difetto, se vogliamo trovane uno è che queste piante grasse LEGO sono piuttosto piccole e non hanno la stessa presenza scenica dell’orchidea o dell’uccello del paradiso (che vi consigliamo di recuperare quanto prima), ma per un ufficio o su un tavolino, possono andare molto bene.

Si ringrazia il Gruppo LEGO® per aver fornito a Brick.it Magazine una copia recensione del set. Tutte le considerazioni espresse in questa recensione sono frutto dell’opinione personale dell’autore.

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