Quattro chiacchiere con Fabio Ghillani

Quattro chiacchiere con Fabio Ghillani

L’arte di raccontare le storie famose con i mattoncini.

“Nel bel mezzo del cammino di nostra vita mi ritrovai davanti ad una MOC oscura…”. Sicuramente i versi del sommo poeta non sono questi, ma ben si adattano quando ci si imbatte di fronte ad una delle MOC create dall’intervistato di oggi, Fabio Ghillani. Trattasi di un costruttore unico nel suo genere in quanto crea MOC ispirate a storie narrate in famosi tomi tra i più conosciuti come la Divina Commedia, la Bibbia e la novella di Pinocchio del Collodi.

Fabio Ghillani che ritira il PREMIUM BRICK di The Bricks Box page.

Ciao Fabio, prima di tutto vorrei ringraziarti a nome di tutta la redazione per aver accettato il nostro invito a partecipare a questa intervista. Sei pronto? Comincerei con qualche domandina per sciogliere il ghiaccio, perciò spiegaci l’origine del tuo nick name, Ghillo.

<<Ciao e grazie a Voi dell’invito, è un vero onore per me. Il nickname Ghillo nasce ai tempi delle scuole medie, è la naturale abbreviazione del mio cognome, con eventuali risvolti comici in fase di presa in giro…>>

Adesso che hai soddisfatto questa mia piccola curiosità, ti chiedo di parlarci un po’ di te. Dove vivi, quale lavoro fai, quanti anni hai. Oltre ai LEGO®quali altre passioni coltivi?

<<Vivo a Parma, ho 44 anni, mi occupo di logistica, nello specifico di spedizioni internazionali. Oltre ai mattoncini, sono appassionato di pallavolo e giochi da tavolo>>

Il libro in brick ed un particolare della parte bassa della MOC “Inferno”

Sto cercando di indovinare quali sono i set che più ti appassionano, ma essendo tu un costruttore molto particolare non riesco ad azzardare un’ipotesi, pertanto ti faccio la domanda diretta. Attualmente quali sono quelli che più ti appassionano? Inoltre, qual era il genere che amavi di più da bambino? Ricordi qualche scatola con affetto?

<<Da bambino ero affascinato dai Classic Town. Il mio primo set fu il mini trattore 6608, ancora oggi mi fa tenerezza quando lo osservo nella sua semplicità. In adolescenza mi piacevano Technic e i Model Team ora sono passato ai mezzi vari Creator e i Modulari>>

Ti svelo un mio segreto. Io, diversamente da molti AFOL non ho avuto una Dark Age, in quanto ho cominciato soltanto recentemente ad occuparmi di LEGO®, mentre da bambino ho avuto così poche occasioni per giocarci che non posso dire di esserne mai stato un appassionato. Invece tu che tipo di AFOL sei? Quello classico che ha cominciato nell’infanzia per poi dimenticare i mattoncini in una soffitta, ed in seguito riscoprirli da adulto, oppure mi assomigli? Pertanto se hai avuto il tuo periodo buio, com’era il tuo approccio con il mondo LEGO® in quel intervallo di pausa? Li avevi completamente ignorati, oppure avevi sempre un minimo di interesse? Ti capitava di soffermarti al supermercato tra gli scaffali dei giocattoli per informarti sulle nuove uscite ad esempio? Infine cosa ti ha riportato al mondo dei mattoncini e a quello AFOL in seguito?

<<Effettivamente ho attraversato una Dark Age. Da piccolo mi piacevano molto i Lego, poi in una fase successiva sono stati accantonati completamente per fare spazio ai videogiochi. Intorno ai 20 anni coi primi lavoretti, quindi i primi soldini, sono riuscito a comprare i vecchi set che desideravo tanto da piccolo: il trattore Technic 8849 e la jeep Model Team 5510. Sono rientrato nell’universo dei mattoncini facendo visita all’evento di Ballabio nel 2012, scoprendo un mondo a me sconosciuto: adulti con enorme creatività, fantasia e opere d’arte fatte di mattoncini. In quel momento, a mia insaputa, il “bulbo” di questa passione si è “piantato” nella mia mente, sbocciando circa 5 anni dopo >>

Il Diavolo attende Dante e Virgilio.

Io ho avuto il piacere di conoscerti, dapprima virtualmente e poi personalmente grazie al tuo favoloso Inferno ispirato a quello di Dante Alighieri. Rimasi estasiato quando lo vidi per la prima volta al MEI di Verona nel 2019. Prima di allora avevi già esposto? Se sì qual è stata la tua prima volta e ti ricordi che cosa avevi portato e pensi che fu allora che hai cominciato a pensare a te come ad un AFOL?

<<La mia prima esposizione è stata nel maggio 2017 a Traversetolo (PR), dove conobbi il gruppo di AEmilia Bricks e chiesi di unirmi a loro in quell’evento. Esposi il castello di Torrechiara (in scala mini) e le auto delle serie televisive anni ‘80. In quel momento, grazie all’accoglienza del gruppo e a qualche apprezzamento su ciò che avevo costruito, si è accesa la fiamma dell’AFOL in me >>

Come è nata l’idea di riprodurre l’inferno immaginato da Dante Alighieri, ma soprattutto ti aspettavi tutto il successo che ne è conseguito? Ti ricordi il complimento più bello e la critica più pesante?

<<Mi piace ammirare le opere su internet e sui social. Una sera ho visto una moc composta da un diavolo seduto ad una scrivania. Improvvisamente mi sono chiesto se fosse esistita la moc dell’Inferno di Dante, visto il fascino e la maestosità di quest’opera letteraria. Nel fare ricerche per accertarmi dell’esistenza, nascevano le idee su come poteva risultare se l’avessi costruito io, fino al momento in cui mi sono detto: “Va bene dai, proviamo!”. Sinceramente non mi aspettavo i vari apprezzamenti ricevuti, perché so di non avere capacità eccellenti di costruzione, probabilmente l’idea e l’originalità della moc hanno contribuito molto. Mi sono sempre emozionato nel ricevere i complimenti dagli AFOL più esperti e bravi di me, è un gran riconoscimento di quanto ideato e costruito. Un’altra bellissima sensazione la provo quando la gente si ferma ad osservare le varie scene presenti nella moc, sgrana gli occhi e sorride perché riconosce i vari gironi e i personaggi presenti nei canti. Critiche “pesanti” non sono arrivate, solo qualche suggerimento iniziale sul fatto di indicare formalmente che si trattasse dell’Inferno, anche se a me sembrava evidente lo fosse, ma sai come si dice: “ogni scarrafone è bell’a mamma soja” >>

Alcuni gironi dell’Inferno.

Mentre lo stavi realizzando a cosa hai dato la precedenza, al girone finale dove il sommo incontra il Diavolo oppure sei partito a costruire rappresentando le prime pagine e a seguire tutte le altre?

<<In tutte le mie moc, parto da bozze e disegni fatti su carta e così è stato anche per l’Inferno. Quando poi sento l’idea chiara e forte, inizio ad unire i mattoncini. Nel caso dell’Inferno sono partito per necessità dal basso, da Lucifero per poi salire poco alla volta, creando diversi blocchi modulari al fine di semplificare il trasporto e il montaggio/smontaggio>>

Immagino che ti sarai divertito davvero moltissimo nel fare questa opera. Quale è stata la parte che ti è piaciuta di più e quella che ti ha dato più filo da torcere? Inoltre, sono curioso di sapere quanto tempo ti ha portato via all’incirca e se hai avuto dei problemi nel trovare tutte le minifigures occorrenti. A proposito, sai per caso quante sono?

<<Le minifigures sono circa un centinaio. La maggioranza è formata da dannati e diavoli, entrambe le categorie sono state semplici da creare; mentre ho avuto qualche rallentamento nel recuperare i pezzi per le minifigures più particolari. La parte dove ho riscontrato maggiore difficoltà è stata la costruzione degli alberi della Selva Oscura, sono di dimensioni contenute e molto fragili, ogni volta che li sfioro saltano come grilli, mentre la soddisfazione maggiore è vedere le idee iniziali prendere forma. Ho impiegato circa 1 anno per realizzare questa moc, ma non vi ho lavorato in modo continuativo. Uno dei motivi dei vari rallentamenti è dato dal mio “laboratorio”: la cantina! Il freddo invernale ha spesso bloccato la mia spinta di procedere con la costruzione della moc.>>

L’ufo disperso nelle profondità della Terra.

Io sono affezionato nell’usare alcune tecniche ricorrenti e credo che ogni builder ne abbia almeno una. Ti va di dirci quali sono le tue e come mai? Ti ripeto la stessa domanda ma rivolta all’attenzione di un pezzo, ne hai uno particolare che ti piace usare?

<<Sinceramente non ho tecniche particolari, alcune viste in altre moc cerco di imitarle. Un giorno sarei felice di poter inventare qualche tecnica originale. I pezzi che trovo interessanti sono i CURVED SLOPE, danno quel tocco in più di realtà alla rappresentazione che si desidera realizzare >>

Recentemente la piattaforma IDEAS sforna delle opere davvero ben fatte. Come sei relazionato in tal senso? Hai mai proposto qualcosa di tuo oppure è una cosa che non ti interessa?

<<Penso che Lego Ideas sia un ottimo palcoscenico per mostrare quanto potenziale c’è tra gli AFOL, alcune idee sono meravigliose. Avevo provato per curiosità a proporre il Brickhead di Spank e Torakiki, ma non ho raggiunto risultati evidenti. Questi sono diventati le mie mascottes, li porto con me ad ogni evento>>

C’è addirittura il fossile di un dinosauro.

Come mai ti appassiona raccontare le storie famose con i mattoncini. Qual è la scintilla che ti spinge a farlo?

<<I racconti, le favole e le storie popolari hanno un fascino particolare, danno molti spunti all’immaginazione. A volte con i mattoncini riesci a riprodurre un’immagine di queste composizioni letterarie, e, di conseguenza, anche la moc acquista qualcosa di magico>>

Per un AFOL, per quanto mi riguarda, poter partecipare agli eventi è qualcosa di indescrivibile. Purtroppo abbiamo passato noi tutti per via del Covid una sorta di dark age forzata. Mi sto domandando quanto ti sia mancato in quel periodo non poter esporre ed incontrare altri costruttori. Recentemente hai avuto occasione di riprendere questa attività e quali sono state le tue emozioni?

<<Effettivamente il Covid ha congelato tutto, compreso gli eventi. Personalmente mi ha messo in difficoltà sulla voglia di costruire, ha ridotto la mia spinta, ma fortunatamente non si è mai esaurita. L’evento di Mongrando mi ha dato una scossa, è stato bello rivedere gli espositori e la gente con l’entusiasmo caratteristico di queste giornate>>

L’arca di Noè di Fabio Ghillani.

Parlando di riprendere ad esporre, ci siamo nuovamente incontrai in quel di Mongrando nel giugno dello scorso anno e mi hai nuovamente sorpreso con una tua nuova meraviglia, L’arca di Noè. Ci vuoi un po’ parlare di “Lei”. Come è nata l’idea e dove hai preso ispirazione per farla esattamente come ce l’hai proposta?

<<L’Arca è nata da una visita a casa di una cugina negli USA. Lei colleziona Arche di Noè di ogni tipo, e mentre le ammiravo è scattata l’idea di riproporla in Lego, applicando la rivisitazione degli omini vestiti da animali che partecipano ad un party, lasciando esclusi gli unicorni, come dice la canzoncina>>

Non manca più nessuno, ma non si vedono i due leocorni.

Ti confesso che questa opera mi ha davvero entusiasmato e mi ha fatto davvero ridere un sacco vedere Noè che faceva il dj. Dimmi la verità, questa scena era la prima cosa che ti ha spinto a fare la moc, mi sbaglio?

<<Volevo creare una moc simpatica, che potesse far nascere un sorriso nell’osservarla. Il ruolo di Noè come dj penso sia perfetto, le coppie vestite da animali che ballano completano il quadro di questa scena di allegria e divertimento >>

Noè che fa il DJ.

Allora, hai cominciato con la Divina Commedia, quindi con un classico, poi con il Diluvio Universale raccontato nella Sacra Bibbia. Adesso hai appena presentato una moc ispirata ad una favola tutta italiana quale è quella scritta dal Collodi. Come mai hai scelto di rappresentare Pinocchio e la Balena? Ovviamente ti chiedo qual è stata la parte più divertente da costruire e quella più complessa.

<<Ho riscoperto Pinocchio grazie a Max, un amico del gruppo di AEmilia Bricks. Ho riletto la favola con gli occhi da adulto e l’ho trovata meravigliosa. Finita la lettura è arrivata l’ispirazione di portare una pagina del racconto in Lego. La parte più complessa della moc è stata l’acqua del mare, volevo renderla il più possibile vicina alla realtà, mentre quella più divertente l’interno della bocca della balena>>

Scambiando le mie impressioni con molti amici costruttori, molto spesso emerge una piccola questione “delicata”, ovvero ogni AFOL ha una famiglia alle spalle che spesso lo supporta ed altre volte lo sopporta. Come si approcciano i tuoi cari con la tua passione? Sono i tuoi primi fans oppure spesso assecondano la tua passione senza darci molto peso?

<<La mia famiglia diciamo che sopporta questa mia passione, per gli acquisti frequenti di scatole e di pezzi, a volte senza poterli utilizzare… e mi supporta quando vedono il risultato finale e la mia espressione di soddisfazione nel risultato raggiunto>>

Pinocchio e la balena di Fabio Ghillani.

Hai mai pensato a cosa farai tra dieci anni? La tua passione per questo fantastico mondo di mattoncini sarà la stessa oppure ti sei dato una scadenza per passare ad altro di più stimolante?

<<Non so tra 10 anni come sarà questa passione, cerco di viverla in base al momento, a volte sono molto lanciato, altre non trovo idee e quindi metto a “riposo” l’ispirazione>>

Ultimamente, il format televisivo LEGO MASTERS sta avendo una versione in quasi tutte le nazioni dove i LEGO® sono maggiormente venduti. Se la facessero anche da noi, ti piacerebbe partecipare? La trovi una sfida intrigante oppure pensi che sia tutto molto preparato, come un qualsiasi programma televisivo dove ad ogni concorrente tocca recitare una parte? Ti senti un costruttore in grado di lottare contro il tempo oppure sei più un builder riflessivo che migliora le proprie opere dopo svariati tentativi?

<<A mio parere è una bella trasmissione ma decisamente preparata a tavolino. Il tempo a disposizione è troppo poco per ideare e ultimare quelle opere così articolate e complesse. Non ambirei a partecipare, ma sarei un ottimo spettatore! Nella mia passione non mi piace correre, adoro pensare con molta calma, provare, maneggiare e, godermi quei momenti rilassando la mente>>

Se Gigi Marzullo fosse un appassionato AFOL e ti formulerebbe una domanda, potrebbe essere senza dubbio questa che segue. Sono i mattoncini che ti hanno scelto oppure tu hai scelto “loro”?

<<Ah! Marzullo! Un evergreen! Diciamo che ho scelto io i mattoncini, è un passatempo che ha migliaia di sfaccettature positive >>

Ultimamente alla LEGO® hanno capito che il mercato degli AFOL può rendere davvero bene e secondo me stanno calcando un po’ troppo la mano con le uscite di set molto imponenti e soprattutto costosi, dimenticandosi loro stessi che in fin dei conti i mattoncini sono solo un giocattolo. Che cosa ne pensi delle nuove linee dedicate agli adulti, come ad esempio quelle scatole botaniche che strizzano l’occhio al mercato femminile, oppure i quadri mosaico che cercano di catturare l’attenzione anche di chi propriamente AFOL non è?

<<La Lego è un’azienda molto attenta alle dinamiche di mercato, negli ultimi 15/20 anni non ha mai sbagliato una decisione. Purtroppo per noi AFOL con gli aumenti importanti dei prezzi dei set diventa molto più complicato alimentare la nostra passione, nonostante rimanga un giocattolo>>

Come ti ho già spiegato precedentemente, ho iniziato a giocare con i LEGO® circa sette anni fa, grazie alla passione che cominciava a coltivare mia figlia in tenera età, pertanto non ho avuto una dark age, ma qualche volta mi domando se mai ne avrò una o per lo meno ho immaginato come potrebbe essere la mia vita senza i mattoncini. Ho conosciuto così tante persone che mi domando come potrei tornare indietro e far finta che non sia esistito nulla. E tu, ci hai mai pensato? Come sarebbe la tua vita senza?

<<Sicuramente i Lego® mi hanno dato la possibilità di sfogare la mia creatività e dar vita alle idee che affiorano nella mente improvvisamente. Senza i Lego non avrei avuto queste occasioni per dar forma a queste idee e sarebbero svanite lasciando qualche traccia di delusione lungo la mia crescita >>

Come già saprai, sono una specie di animale da social. Sono un po’ dappertutto e, tra la mia pagina, il mio gruppo e persino questa collaborazione per Brick.it Magazine, ho potuto conoscere ed appassionarmi a diversi costruttori. Ne seguo le gesta e ammiro le novità che pubblicano di tanto in tanto ed ovviamente li propongo sui miei canali. Tanto è vero che ho una ristretta cerchia di Master Builder che mi studio con più attenzione per apprendere trucchi e soluzioni innovative. Anche tu hai degli artisti preferiti dai quali trai spesso ispirazione nelle tue opere o nelle tecniche utilizzate?

<<Non conosco i nomi, ma anche io mi diletto ad osservare artisti che compaiono sui canali Instagram, Facebook, etc. grazie anche alla tua pagina di Oh My Brick riesco ad avere le pubblicazioni più interessanti del momento. Tento di carpire le tecniche ma trovo difficile avere occasioni dove applicarle, questo è un mio limite>>

Sai che sto cercando di capire quale sarà la tua prossima opera? Mi aspetto sicuramente qualcosa nuovamente ispirato ad una storia famosa narrata sulle pagine di un libro. Cosa bolle in pentola?

<<Sinceramente non so ancora bene cosa approcciare, sono in fase di esplorazione delle storie narrate. Mi sta solleticando il romanzo di Alice Nel Paese delle Meraviglie, ma non sento ancora la mia immaginazione che grida “OK!!, speriamo arrivi presto>>

Se sei arrivato fin qua indenne, vuol dire che hai superato a pieni voti l’intervista, perché questa è la mia ultima domanda. A dire il vero è la tua. Sei soddisfatto di questa intervista oppure c’è una questione che piacerebbe ti venga posta? In tal caso quale sarebbe? Su dai, non essere timido e fatti una bella domanda alla quale dovrai risponderti.

<<Devo dirti che è una vera emozione essere intervistato, ti ringrazio molto per questa esperienza. La mia domanda potrebbe essere: utilizzeresti i nuovi pezzi che Lego stampa e propone ogni anno per aggiornare le tue moc? Risponderei no. Nonostante i nuovi pezzi potrebbero renderle migliori, mi piace “congelare” le mie moc al momento del completamento, per ricordare come la mia creatività ha funzionato per raggiungere quell’obiettivo>>

Complimenti! È una domanda molto ben fatta e della quale ne farò tesoro per le mie future interviste, ti ringrazio tantissimo.

Eccovi i contatti di Fabio Ghillani:

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