LEGO® Technic 42206 – Monoposto F1 Oracle Red Bull Racing RB20 – La recensione

Mi sbagliavo.
Quando ho visto la scatola di questa monoposto F1 ho pensato: “Beh, sarà come la Ferrari!”.
Ah, quanto mi sbagliavo!
La differenza tra il set 42207 Ferrari SF-24 e il 42206 Oracle Red Bull Racing RB20, infatti, è grande quanto quella tra un cavallo e un toro, giusto per citare i simboli delle due scuderie di Formula 1: qualche generico elemento comune, qualche vaga somiglianza superficiale, ma un DNA profondamente diverso.
Eccovi la mia recensione con tutti dettagli, i confronti e le sorprese che ho incontrato durante la costruzione.
N.B. visto che le differenze tra la Red Bull e la Ferrari sono tantissime, ho deciso di coniare un acronimo che userò spesso e volentieri per risparmiare tempo e spazio: ADDF, che sta per “A Differenza Della Ferrari”.
Indice dei contenuti
- Unboxing
- Retrotreno (busta 1)
- Cambio e motore (busta 2)
- Avantreno e sterzo (busta 3)
- Sedile, telaio, sterzo HOG (busta 4)
- Fondo vettura (busta 5)
- Ala anteriore e musetto (busta 6)
- Ala posteriore e alette ruote (busta 7)
- Carrozzeria e halo (buste 8 e 9)
- Cofano motore e ruote (busta 10)
- L’ultimo confronto
- Pro e contro
- I numeri del set
Unboxing
La scatola si presenta con la solita e apprezzata eleganza dei set Technic 18+. Anche qui, come nel set gemello 42207, si trova il nuovo dettaglio della scala 1:8 scritta esplicitamente sul retro della confezione. ADDF, però, il numero di pezzi è maggiore: 1639 parti della Oracle Red Bull Racing RB20 contro le 1361 della Ferrari.


All’interno della scatola si trovano: 10 buste di carta con i pezzi suddivisi per fase; un bustone che contiene il corposo manuale di istruzioni e due fogli di adesivi; una scatoletta di cartoncino con i quattro pneumatici slick Pirelli P Zero; infine una busta trasparente con i cerchioni e alcuni altri elementi di grosse dimensioni. Quest’ultima soluzione è un gradito miglioramento: tutto quanto è ordinato e al sicuro, invece di avere pezzi sfusi che gironzolano liberamente per la scatola rischiando di graffiarsi.



Manuale
Il manuale di istruzioni ha la stessa struttura del set Ferrari: foto frontale della monoposto in copertina, foto da dietro sul retro, foto del profilo nella seconda pagina insieme alla macchina reale, foto varie di entrambe nelle pagine successive, foto del designer (in questo caso si tratta di Milan Reindl, alias @grohl_lego, lo stesso che ci ha regalato la Mercedes G500 e molti altri fantastici veicoli Technic) e infine la pubblicità dei due set F1 fianco a fianco.




Retrotreno (busta 1)
ADDF, cominciamo la costruzione dalla parte finale della monoposto, ovvero dal retrotreno, assemblando subito il differenziale posteriore. Mi piace che abbiano messo uno specchietto per ricordare di controllare che gli ingranaggi si muovano nel modo giusto: utilissimo per i molti acquirenti 18+ che sono alle prime armi con i grossi set Technic.

Dopo pochi passaggi ho una piccola sorpresa: un Pin 3L with Friction Ridges and Stop Bush n. 32054 di colore flat silver. È una colorazione piuttosto insolita per questo pezzo e, per di più, in tutto il set ce n’è uno solo. Che sia una specie di easter egg oppure il segno di una maniacale attenzione ai dettagli da parte di Milan Reindl?

Non perdete tempo su questo dettaglio!
Dopo poche pagine ritrovo, invece, lo stesso difetto che avevo riscontrato nelle istruzioni della Ferrari: gli ammortizzatori sono mostrati in compressione e perfettamente allineati con il telaio che li sostiene, mentre nella realtà le molle restano allungate e i pistoni sono inclinati. Spero che nessun costruttore del set sprechi troppo tempo a ricontrollare di aver montato tutto giusto solo a causa di questa imperfezione nell’illustrazione.

Proseguendo nella costruzione si incontra un altro pezzo in flat silver che penso rappresenti una parte del terminale di scarico (ADDF); poi si ritrovano due degli elementi nuovi che sono stati realizzati apposta per i set 42206 e 42207: il nuovo sostegno per i porta mozzi e il nuovo aggancio per i tiranti delle sospensioni.



DNA diverso
Alla fine della prima busta, nonostante abbia assemblato una parte abbastanza piccola del modello, ho avuto per la prima volta quell’impressione di cui ho parlato all’inizio: la sorpresa del constatare che la Oracle Red Bull Racing RB20 è profondamente diversa dalla Ferrari SF-24 fin nei più piccoli dettagli. La concezione della vettura, la scelta dei pezzi e delle tecniche costruttive impiegate mostrano che dietro a questo set c’è una mente più complicata e, per così dire, “più Technic”. Penso che, andando avanti, avrò ancora molte sorprese. Saranno belle o brutte?

Cambio e motore (busta 2)
La scatola del cambio è molto simile a quella della Ferrari: ci sono due ruote dentate di dimensioni differenti (16 e 20 denti) che muoveranno i pistoni a due velocità diverse. Anche il blocco del motore è quasi identico a quello del set 42207: utilizza i due nuovi elementi, sviluppati apposta per queste monoposto F1, che mandano in pensione i vecchi cilindri raffreddati ad aria. La differenza più appariscente è l’unità MGU-H, realizzata qui con round brick dal profilo scanalato.



Sorpresa
La sorpresa arriva subito dopo: ADDF, il selettore del cambio a due velocità è una sola leva! Nella Ferrari le leve erano due ed erano posizionate a entrambi i lati della pinna posteriore, in modo da permettere di cambiare marcia senza dover togliere la copertura del motore. Qui si è scelto un approccio diverso: sarà possibile accedere al cambio anche a cofano chiuso? Lo vedremo più avanti.

Il blocco di motore e cambio si salda al retrotreno in maniera solidissima anche grazie a questo grande telaio, abbastanza raro in colorazione dark bluish gray.

Sospensioni push-rod
A conclusione di questa fase si completano le sospensioni e si può ammirare il risultato: ADDF, la geometria push-rod qui è stata realizzata in modo stabile e la pressione sui bracci non provoca nessun allargamento tra le parti che la compongono. Ben fatto!

Avantreno e sterzo (busta 3)
Con la terza busta si mette temporaneamente da parte il retrotreno e si passa a costruire l’avantreno. Dopo pochi passaggi c’è un’altra sorpresa: gli ammortizzatori anteriori sono neri invece di essere rossi come quelli posteriori! Il modo in cui sono mostrati nelle istruzioni, invece, non mi sorprende: esattamente come in precedenza, il disegno li mostra in compressione invece che in estensione. Ormai ci dovremo fare l’abitudine…



Godimento
Andando avanti si rafforza in me sempre di più il senso di meraviglia e soddisfazione nel constatare che la Oracle Red Bull Racing RB20 è anni luce distante dalla Ferrari SF-24. Anche quando vengono usati gli stessi pezzi, come il nuovo elemento di aggancio dei porta mozzi nella foto qui sotto a sinistra, il pensiero costruttivo del designer prende strade diverse e imprevedibili, arrivando a risultati inaspettati. Allora anche certi assemblaggi scomodi, come quello dei pin neri qui sotto a destra, ti fanno dimenticare il dolore ai polpastrelli e ti danno quella sensazione di benessere che tutti gli AFOL conoscono quando hanno tra le mani un bel set da costruire. In questo caso, vedere l’ingegnosa sistemazione della cremagliera dello sterzo e la solida fluidità delle geometrie delle sospensioni pull-rod è una goduria infinita!




Occhio all’errore!
La sviolinata di pocanzi viene subito interrotta da un brusco ritorno alla realtà: un vero e proprio errore nelle istruzioni. Al punto 119, come si vede nelle foto, l’elemento dello sterzo da attaccare all’avantreno viene mostrato con un axle rosso che sporge in avanti, ma in realtà in quella posizione l’aggancio è impossibile. Nella pagina successiva l’errore viene corretto ma, a scanso di equivoci, riporto nel video qui sotto il modo giusto di eseguire l’assemblaggio.



L’allineamento sarà giusto, questa volta?
Nella recensione della Ferrari SF-24 avevo scritto che le ruote si allineano perfettamente con la cloche dello sterzo e che i progettisti di quel set erano riusciti dove molti altri avevano fallito. In realtà mi sbagliavo (un’altra volta…), come ho scoperto guardando la recensione di RacingBrick.

Anche in questa Oracle Red Bull Racing RB20 le ruote e lo sterzo sembrano allineati (dopo “solo” 3 tentativi!), ma in realtà gli ingranaggi usati sono gli stessi della Ferrari, quindi l’allineamento veramente perfetto è impossibile. Pazienza, ce ne faremo una ragione.
Giunto al punto
Invece di perdere troppo tempo su questo dettaglio, preferisco fare notare il giunto cardanico sotto al volante che si andrà a collegare con lo sterzo HOG. Trovarlo in questo set mi ha dato un brivido di inquietudine perché Milan Reindl aveva usato lo stesso giunto anche nella Land Rover Defender 42110 che aveva progettato nel 2019 ed esso era probabilmente uno dei fattori che creavano un sacco di problemi al cambio (vedi ancora il video di RacingBrick in cui spiega come sistemarlo). Spero che qui fili tutto liscio, visto che la parte meccanica della monoposto F1 è infinitamente più semplice di quella selva di ingranaggi e axle che è la bellissima Defender 42110.

Sedile, telaio, sterzo HOG (busta 4)
In questa fase di costruzione andremo a celebrare il matrimonio tra avantreno e retrotreno, ma prima di tutto bisogna montare il semplice sedile del pilota e rinforzare la parte centrale del telaio, predisponendo anche la connessione allo sterzo HOG (Hand Of God) con un altro giunto cardanico e un paio di piccoli ingranaggi bevel (smussati).



L’accoppiamento tra le due parti di telaio è abbastanza semplice, anche se le istruzioni non sono proprio chiarissime a causa dell’impaginazione un po’ infelice.


La presa d’aria
L’elemento più interessante di questa fase è senza dubbio la grande presa d’aria gialla che sovrasta il sedile del pilota e alla quale si fissa lo sterzo HOG. Nello sforzo di raggiungere la maggior somiglianza possibile, il nostro designer ha creato un mostro di Frankenstein utilizzando varie parti Technic e un pizzico di System. Il risultato è notevole più dal punto di vista delle tecniche costruttive che dell’estetica, secondo me.

Alla fine della busta 4 tutta la parte meccanica è completa. D’ora in avanti ci dedicheremo solo alle parti statiche e alla carrozzeria.

Fondo vettura (busta 5)
ADDF, le parti laterali del fondo non sono costituite da un unico elemento che si fissa alla scocca; esse sono scomposte in diversi elementi che andranno assemblati un po’ alla volta. Qui, oltre a ritrovare il nuovo panel curvo di lunghezza 5L, incontriamo alcuni dettagli molto interessanti. Il primo è, senza dubbio, l’uso di questo connettore speciale (Axle Connector 2 x 3 Quadruple n. 11272) e di tre pale da elicottero per realizzare i deviatori di flusso.



Ma non è finita qui: il modo in cui l’elemento con i deviatori di flusso si aggancia al telaio con un’angolatura perfetta è un’altra goduria infinita!



Ala anteriore e musetto (busta 6)
Anche l’ala anteriore della Oracle Red Bull Racing RB20 è completamente diversa da quella della Ferrari SF-24 e, oserei dire, più interessante.
Dettagli che fanno la differenza
Un dettaglio che ho trovato particolarmente sorprendente è l’uso del Pin 3L with Friction Ridges and Stop Bush n. 32054 per sostenere il pannello curvo che costituisce la parte inferiore dell’ala. Con accorgimenti come questo si dimentica facilmente il fastidio di dover attaccare quei grandi adesivi alle superfici curve dei pannelli…


Un altro dettaglio curioso è questo Hose Nozzle n. 60849 che rappresenta l’antenna (o è una microcamera?) montata sul musetto della monoposto.


Prima di passare alla fase successiva, si assembla anche la parte di carrozzeria che copre l’inizio dell’abitacolo. Anche qui si incontra un particolare interessante: l’axle rosso di lunghezza 8L che attraversa tutto il pannello blu sembra, inizialmente, non avere alcuno scopo, ma poi si scopre che serve a fissare solidamente un piccolo pannello curvo del musetto che era rimasto sganciato. Geniale!



Ala posteriore e alette ruote (busta 7)
Ancora una volta ci troviamo di fronte a una svolta radicale rispetto alla Ferrari SF-24: l’ala posteriore della Oracle Red Bull Racing RB20 è una struttura complessa, costituita da elementi distinti (a volte anche un po’ complicati) che vengono costruiti separatamente e poi montati insieme. Giusto per fare un esempio, con i tre elementi della foto qui sotto si assembla appena meno di metà dell’ala.


Il risultato finale è impressionante dal punto di vista costruttivo: siamo lontani anni luce dalla semplicità della Ferrari SF-24.



Dal punto di vista estetico, però, qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte ai fanali rossi così larghi e perfettamente verticali: qui siamo lontani anni luce dal realismo. Visto l’incremento di complessità, inoltre, ho sperato fino all’ultimo che il DRS fosse azionato con qualche meccanismo nascosto. Purtroppo, invece, anche qui bisogna muoverlo a mano, per di più facendo attenzione che non si stacchino i pezzi System (vedi video). Pazienza, mi consolerò con il terminale di scarico cromato, che nella Ferrari era completamente assente.
Pezzi speciali
Prima di passare oltre, un paio di menzioni: il panel concavo in foto è un pezzo nuovo, introdotto quest’anno nella Ducati Panigale V4 S 42202, e qui riproposto nella nuova colorazione nera.

Inoltre, arrivato fin qui, mi sono reso conto di aver dovuto usare una gran quantità di questo piccolo liftarm 1×2. Ebbene, nell’intero modello si trova la bellezza di 53 volte! Dopo il pin nero da 2L e quello blu da 3L, è il terzo pezzo più usato di tutto il set. Magari a Milan Reindl piace così tanto che ne ha anche uno tatuato in qualche parte del corpo…

Alette
La fase 7 si conclude con la costruzione e il montaggio delle wheel winglets che sovrastano le ruote anteriori. Anche queste (ma che ve lo dico a fare?) sono completamente diverse da quelle della Ferrari SF-24, soprattutto perché, ADDF, non sono fisse ma girano insieme alle ruote.



Carrozzeria e halo (buste 8 e 9)
Anche per la carrozzeria continua la filosofia di costruzione incontrata precedentemente: ADDF, elementi distinti (a volte complessi) vengono costruiti separatamente e poi assemblati insieme per realizzare forme e geometrie sorprendenti. Ecco qui sotto cosa succede montando insieme i 7 elementi che vedete nella foto.



Halo
La “aureola” di protezione del pilota non è particolarmente degna di nota, infatti è una parte che è stata ripresa dalla Ferrari SF-24 (per stessa ammissione di Milan Reindl), anche se i punti di connessione dei due lunghi axle flessibili sono stati leggermente modificati.


Pance e specchietti
Più interessanti, invece, gli elementi che costituiscono le pance e gli specchietti. Questi ultimi usano, a sorpresa, hinge di tipo System.



Cofano motore e ruote (busta 10)
L’ultimo grande elemento di questa Oracle Red Bull Racing RB20, il cofano del motore, non sarà molto simile alla controparte reale, ma di sicuro non farà annoiare!
Molte sorprese
La prima sorpresa arriva nel modo asimmetrico in cui è fissata la grande pinna dark blue (pezzo 65422 in nuova colorazione): un uso delle bar veramente poco ortodosso!


La seconda sorpresa arriva dalla quantità spropositata (ben 12!) di camme n. 6575 che compaiono anch’esse per la prima volta in colore dark blue.


La terza sorpresa si ha quando si posiziona il cofano sul motore: ADDF, il selettore del cambio è completamente coperto e quindi non si può cambiare marcia senza rimuovere il cofano! La cosa NON mi lascia particolarmente deluso per almeno due motivi: 1) in questo modo la parte posteriore della Oracle Red Bull Racing RB20 ha meno “buchi” rispetto alla Ferrari SF-24; 2) in fin dei conti è un modello da esposizione per adulti, quindi condivido la scelta di Milan Reindl nel prendere atto che ben pochi acquirenti si metteranno a giocare al Grand Prix con questa monoposto a due marce.


Le ruote
ADDF, le scritte stampate sui nuovi pneumatici slick sono rosse, mostrando che il team Oracle Red Bull Racing ha scelto di montare le gomme a mescola morbida. Il team Ferrari, invece, ha scelto la mescola media (scritte gialle). Quale sarà la strategia vincente?



Le sospensioni
A prescindere dagli pneumatici diversi, l’escursione delle sospensioni della Oracle Red Bull Racing RB20 è la stessa (enorme) che abbiamo incontrato nella Ferrari SF-24.
L’ultimo confronto
Ecco, finalmente, la Oracle Red Bull Racing RB20 completa e la Ferrari SF-24 fianco a fianco. La prima cosa che salta all’occhio è, ovviamente, la maggiore lunghezza della Red Bull dovuta al musetto un po’ più lungo e all’ala anteriore più sporgente. Il passo, invece, è identico.




Estetica
Il mio parere, puramente soggettivo, è che complessivamente la Ferrari batte la Red Bull dal punto di vista estetico, complice anche il maggior impatto visivo del colore rosso, la semplicità e l’eleganza delle linee. La Red Bull, per contrasto, appare più massiccia e pesante, soprattutto nella parte posteriore.
Tecnica
Dal punto di vista costruttivo, invece, la Red Bull stravince con un ampio margine di vantaggio! In questo set ho incontrato molti più passaggi interessanti e tecniche costruttive più complesse e sorprendenti rispetto all’altro.

Pro e contro
Ricapitolando, ecco i punti salienti della mia recensione della Monoposto F1 Oracle Red Bull Racing RB20 42206.
Pro
- Contiene molti passaggi interessanti e tecniche costruttive originali che non annoiano mai;
- la parte anteriore è stata riprodotta in modo fedele;
- ha un buon numero di parti nuove o in nuove colorazioni;
- il rapporto tra pezzi (1639) e prezzo (229,99 €) è molto buono.
Contro
- La parte posteriore non è molto accurata se confrontata con la monoposto reale;
- il cambio non è raggiungibile senza togliere il cofano, riducendo così la giocabilità del modello;
- anche qui le sospensioni tengono la vettura molto alta da terra.
Secondo me, comunque, aver affidato la realizzazione della Ferrari SF-24 e della Oracle Red Bull Racing RB20 a due designer diversi (rispettivamente a Lars Thygesen la prima e a Milan Reindl la seconda) è stata una mossa vincente da parte di LEGO, perché ha portato alla produzione di due set completamente diversi e, per certi versi, complementari, che non possono non entrare entrambi nelle case di tutti gli appassionati di Formula 1.
I numeri del set
- Codice: 42206
- Età: 18+
- Pezzi: 1639
- Prezzo: 229,99 €
- Punti LEGO Insiders: 1725
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Si ringrazia il Gruppo LEGO® per aver fornito a Brick.it Magazine una copia recensione del set. Tutte le considerazioni espresse in questa recensione sono frutto dell’opinione personale dell’autore.