LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein: il castello delle fiabe

Il fascino dei castelli europei prende vita nel nuovo set LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein. Il modello pensato per adulti appassionati di storia, architettura e viaggi permette di ricreare una delle più iconiche residenze reali del mondo.

Dopo il successo del Castello di Himeji (ve ne abbiamo parlato in questo nostro articolo), LEGO torna ad omaggiare i monumenti più amati con una riproduzione fedele del celebre castello bavarese, immerso in un paesaggio personalizzabile tra estate e autunno.
Il nuovo set LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein è un omaggio all’eleganza fiabesca e all’ingegneria architettonica del Castello di Neuschwanstein, situato nella regione della Baviera, in Germania. Composto da 3.455 pezzi, il modello si presenta come una sfida affascinante per gli adulti, offrendo un’esperienza immersiva e meditativa.


Tra i dettagli del modello incluso nel set LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein possiamo trovare:
- Torrioni, guglie e tetti spioventi realizzati con tecniche avanzate;
- Scalette, cortili interni e una dettagliata facciata frontale;
- Dettagli interni in scala, visibili in alcune sezioni aperte;
- Paesaggio naturale circostante con alberi modulabili, per rappresentare la vegetazione in estate o in autunno.



Il set sarà acquistabile a partire dal prossimo 1° agosto sullo store online ufficiale lego.com, nei LEGO Certified Store e presso i migliori negozi di giocattoli. Ecco i numeri del set:
- Codice: 21063
- Età: 18+
- Pezzi: 3.455
- Prezzo: € 269,99
- Punti LEGO Insiders: 2.025
- Acquista il set sullo store online ufficiale lego.com
- Disponibilità: 1° agosto 2025
L’ego del Re – Breve storia del castello più bello del mondo
[Si ringrazia l’amico Enrico Ercole, profondo conoscitore delle casate reali dell’impero Asburgico, austroungarico e d’Europa in generale]
Con le sue torri e il suo aspetto fiabesco, inserito nella cornice davvero unica delle alpi bavaresi tra alte cime e profondi laghi blu, Neuschwanstein è senza dubbio il castello più famoso (e visitato) del mondo. Quello che forse non tutti sanno è che non si tratta di un autentico castello medievale che ha ispirato artisti e registi di ogni epoca, oltre al nuovo set LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein, ma piuttosto di un vero e proprio “falso” costruito seguendo proprio le linee dello stereotipo del castello medievale così come era immaginato da poeti, compositori, scenografi e illustratori ottocenteschi.


Il castello risale infatti alla seconda metà del XIX secolo ed è strettamente legato al gusto ecclettico del suo costruttore, quel re Ludwig II di Baviera noto per le sue eccentricità e la sua tragica vicenda personale.
Per capire quindi il mito di questo castello, che stregò perfino l’immaginazione di un sognatore di professione come Walt Disney, che lo volle, seppur rimaneggiato, come edificio di apertura del suo parco, dobbiamo capire prima chi fu il re che lo fece erigere.

Ludwig II (1845-1886) sale al trono giovanissimo, all’età di 18 anni, a seguito della morte del padre Massimiliano II di Baviera. Contrariamente al padre, uomo concreto, accademico e amante della scienza, il giovane re mostra da subito una spiccata propensione per le arti, con una particolare predilezione per la musica di Richard Wagner e le sue opere intrise di mitologia nordica, valchirie, eroi, magia, divinità e creature magnifiche.
Il Re e la musica
Se ne innamora a tal punto da convocare i suoi ministri affermando che l’unico vero provvedimento urgente da prendere per il bene del paese è convocare a Monaco proprio Richard Wagner accogliendolo con tutti gli onori che merita, compresa una lauta pensione e una grande casa in cui possa comporre in santa pace le sue magnifiche opere.
Non è però così facile come sembra perché il compositore, indebitato fino al collo e inseguito dalle polizie di mezza Europa, scambia gli emissari di Ludwig per creditori e continua a scappare, fino a quando non viene letteralmente “arrestato” e portato finalmente a Monaco con al dito un anello regalatogli dal più devoto dei suoi ammiratori.
Appena Ludwig incontra il suo idolo gli si getta letteralmente ai piedi parlandogli dei suoi progetti, delle opere che deve comporre per lui e perfino del grande teatro che gli farà erigere seguendo alla lettera tutte le sue direttive, un tempio pensato per rappresentare solo le sue opere.
Wagner, da grande profittatore qual è, non fatica certo a capire che quel giovane re è completamente a sua disposizione e, fattosi saldare tutti i debiti, con grande polemica da parte del popolo e del governo bavarese, si mette all’opera componendo l’opera che il re sta aspettando da sempre, “Tristano e Isotta”, seguita poi dal grande ciclo dei Nibelunghi.
Il re, dal canto suo, si gode il suo compositore facendo rappresentare le sue opere in teatri deserti per potersele godere in santa pace.
Chi lo accompagna in una di queste rappresentazioni “personali” racconta di aver spesso visto il sovrano
in preda a crisi di pianto e commozione, arrivando perfino a convulsioni che gli scuotono il corpo intero.
Il Re e la vita reale
La vita reale però non è una favola e la politica presto mette Ludwig alle strette: Wagner costa troppo alle casse reali e la sua relazione scandalosa con la moglie del direttore d’orchestra Hans von Bülow sono ragione di scandalo in tutto il paese, fino a costringerlo a dire addio al prezioso amico.
Una costrizione gretta e meschina, un affronto sacrilego, che spinge il re sognatore a scendere a patti con la pragmaticità del suo ruolo di sovrano costituzionale che deve rendere conto dei suoi poteri e doveri al Parlamento e al popolo più che a Dio.
Reagendo a questa incomprensibile rottura, Ludwig comincia costruirsi un mondo tutto suo, un regno di fantasia dove può giocare a fare il re assoluto, come il suo ammiratissimo Lugi XIV oppure come i venerati Luigi XVI e Maria Antonietta che spesso finge di riceve a cena facendo apparecchiare sontuose tavole per loro come se dovessero arrivare da un momento all’altro.
Sempre più isolato, Ludwig scappa da Monaco di Baviera e si isola nel castello di famiglia di Hohenswangau, dove può aggirarsi di notte nelle stanze affrescate con le scene più esaltanti delle antiche leggende nordiche, da Parsifal a Lohengrin.
Proprio quest’ultimo, il cavaliere senza macchia e senza paura che arriva da un regno fatato a cavallo di un cigno, la cui vicenda è stata musicata proprio dall’amatissimo Wagner, è quello che maggiormente colpisce l’immaginario del re, che comincia a sognare di costruire un castello tutto suo che sia la copia perfetta dei castelli da fiaba che da ragazzo vedeva dipinti sui velari delle rappresentazioni teatrali.
Il nuovo castello del Re
È così che nel 1868 inaugura ben due cantieri per altrettanti manieri che dovranno celebrare il suo immaginario:
- quello di Neuschwanstein, presso Swangau, sull’altura che si trova proprio di fronte al castello paterno;
- quello di Lindehof, un castellino barocco nella vallata di Ettal da consacrare alla magnificenza dei sovrani francesi Luigi XIV, Luigi XV e Luigi XVI;
- Herrenchiemsee, esatta riproduzione del corpo centrale della reggia di Versailles, fatto erigere su un isolotto al centro del lago di Chiemsee
È in quest’ultimo (Herrenchiemsee) in cui Ludwig fa riprodurre la celebre Galleria degli Specchi voluta da Re Sole per la sua reggia.
A riprova di quanto Ludwig abbia a cuore unicamente l’aspetto scenografico del suo castello da fiaba va detto che si rivolge a un acquarellista e uno scenografo che ne disegnano l’aspetto con torri, torrette, bifore, nicchie e tutto quello che non deve mancare nel castello di Lohengrin.
Il progetto e i cantieri
Gli architetti chiamati sul cantiere, inaugurato nel 1869 con la posa della prima pietra, posto sul cucuzzolo di un alto sperone di roccia, devono infatti faticare non poco per non scontentare le assurde e non negoziabili richieste del sovrano. Queste infatti molto spesso si basano su pretese in aperto contrasto con le regole dell’architettura e rendono praticamente impossibile erigere torri e muri stabili.
Durante tutto il periodo della costruzione del castello che ha ispirato il nuovo set LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein, che non verrà mai terminato in oltre vent’anni di lavori, il re si presenta a qualsiasi ora del giorno e della notte in visita al cantiere cambiando disegni, immaginando cortili, torri e sale. E’ il suo sogno che sta prendendo forma pietra dopo pietra.
E’ la sua Nuova Pietra del Cigno, come potremmo tradurre il nome del castello dal tedesco. Scrive a Wagner in esilio:
È mia intenzione far ricostruire l’antica rovina del castello di Hohenschwangau, nei pressi della gola prodi Pöllat, nello stile autentico delle antiche fortezze dei cavalieri tedeschi e devo confessarVi di rallegrarmi molto all’idea di potervi soggiornare un giorno (fra tre anni); vi dovranno essere sistemate numerose camere per gli ospiti, confortevoli e accoglienti, dalle quali si potrà godere una stupenda vista sull’augusto monte del Säuling, sulle montagne del Tirolo e sulla vasta pianura; Voi Lo conoscete bene, l’adorato ospite che vorrei ospitarvi; il luogo è uno dei più belli che si possano trovare, sacro e inavvicinabile, un tempio degno di Voi, divino amico, che faceste fiorire l’unica salvezza e la vera benedizione del mondo.
Vi ritroverete anche reminiscenze dal Tannhäuser (Sala dei cantori con vista sulla fortezza sullo
sfondo), dal ‘Lohengrin’ (Cortile del castello, corridoio aperto, sentiero per la cappella); in ogni senso questo castello sarà più bello e confortevole di quello più in basso di Hohenschwangau, che annualmente viene dissacrato dalla prosa di mia madre; gli Dei dissacrati si vendicheranno e si tratterranno con Noi, lassù sulle ripide cime, allietati dall’aura del Paradiso.
Il Re e il suo popolo
A chi viene sulle montagne a ricordare a Ludwig che è in corso una guerra e che dovrebbe far visita ai soldati al fronte, egli risponde che non vuole occuparsi di quel conflitto che ha fatto di tutto per evitare scontrandosi con il parlamento.
Il re pensa ai suoi castelli, si isola, vive di notte. Esce nell’oscurità a bordo della sua slitta dorata illuminata da un globo azzurro che incanta i contadini delle vallate che lo venerano come un padre amorevole.
Il castello dei sogni intanto cresce e si innalza in mezzo a mille ripensamenti costringendo il re a indebitarsi personalmente perfino con Bismark per pagare i conti.
Il Castello è pronto!
Alla fine del 1882 il castello riprodotto nel set LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein viene terminato anche ai piani superiori e ammobiliato. Fu quindi possibile per Ludwig di alloggiarvi e constatare personalmente la prosecuzione dei lavori.
Il tetto viene completato dal 1880 e nel 1884 il sovrano è in grado di trasferirsi direttamente nella nuova costruzione.
Nonostante il ricercatissimo aspetto medievale, per il castello il re vuole una dotazione di grande modernità:
- impianto di citofoni interni
- riscaldamento centralizzato
- acqua corrente
- corrente elettrica fornita da una piccola centrale costruita apposta sotto alla cascata del fiume Pollat
Gli interni, con oltre 200 stanze, sono quanto di più eterogeneo si possa immaginare. Si passa dalla stanza del re in perfetto stile neogotico alla grande sala del trono costruita sull’impianto delle grandi basiliche bizantine, passando per una piccola grotta con ruscello.
Il tutto con pareti pesantemente affrescate con scene tratte dalle opere di Wagner e mobili in stile ricolmi di cigni intagliati e in ceramica.
Per questioni economiche la costruzione della gigantesca torre centrale e della cattedrale al centro del cortile venne sospesa e oggi se ne può ammirare solo il tracciato sulla pavimentazione.
È così che Neuschwanstein diventa la prigione dorata di Ludwig, che vi passa lungi periodi di isolamento, solo con i suoi valletti agghindati con le livree in uso a Versailles, costretti spesso a girare bendati per non osare posare lo sguardo su un re ormai stanco, trasandato, ingrassato e che non ha più il fascino di quello che era stato definito “il più bel re d’Europa”.
I suoi ministri lo lasciano ben volentieri ai suoi sogni poiché fa gran comodo un re che regna ma non governa, almeno finché non è chiaro a tutti che il sovrano ormai non è più in grado di intendere e volere.
Il Re e il mistero della sua dipartita
E’ proprio a Neuschwanstein che Ludwig viene “arrestato” una notte del 1886 da una commissione guidata dallo psichiatra Bernhard von Gudden che lo ha dichiarato affetto da schizofrenia.
Portato al cestello di Berg e ivi internato, sollevato dai doveri di stato che passano allo zio Luitpoldo, poiché il fratello Ottone è anch’egli internato per attacchi di follia, il 13 giugno Ludwig chiede al dottore di uscire per una passeggiata in riva al lago. Non torneranno più e i loro cadaveri verranno trovati sulla riva.
Non è dato sapere cosa sia successo, ma così, nel mistero, se ne va il re delle fiabe, lasciando il suo sogno
di pietra in balia di orde di turisti provenienti da tutto il mondo, anche se nel suo testamento ordinò di demolire tutti i suoi castelli proprio per non veder violata la sua anima.
Contrariamente al suo volere, Neuschwanstein non venne distrutto e restò disabitato fino a decadere stanza dopo stanza, ammirato (e dipinto in un acquerello giovanile) da Hitler venne solo parzialmente ristrutturato e poi aperto al pubblico.
Nel 1972 il regista Luchino Visconti incaricò la produzione del suo film “Ludwig” di restaurare alcune stanze interne per poterci girare le scene finali del suo capolavoro.
Oggi, tenuto magnificamente e continuamente ristrutturato, Neuschwanstein è, con il Louvre e le Piramidi, uno dei monumenti più vistati del mondo.
Il castello contiene oltre 200 stanze, difficile illustrarle tutte, ma vi proponiamo un breve tour in quelle principali.
La sala del trono

Lunga 20 metri ed alta 15, è concepita sullo schema e l’estetica delle basiliche bizantine, con sontuosi mosaici dorati. In una zona rialzata nell’abside avrebbe dovuto trovare posto il trono di oro e avorio con baldacchino mai realizzato.
Il fatto che si ispiri a un ruolo di culto ci fa capire come Ludwig credesse fermamente nella superiorità divina del monarca.
Infatti nell’abside si ritrovano numerose figure di re santificati:
- Casimiro di Polonia
- Stefano d’Ungheria
- Enrico II di Germania
- Luigi IX di Francia
- Ferdinando di Spagna
- Edoardo d’Inghilterra
In alto la figura di Cristo circondato da angeli, Maria e il Battista. Un lavoro particolarmente riuscito è il pavimento in mosaico della ditta Detoma di Vienna, che allude al cerchio della vita. Rappresenta infatti la terra nella sua finitezza, con le sue piante e i suoi animali che cammina in cerchio.
Questo pavimento è direttamente collegato, passando attraverso il lampadario, al soffitto, una immensa
cupola che raffigura il cielo con il sole e le stelle.
È così che ritroviamo l’idea che Louis, quale re, fosse mediatore tra Dio e il mondo nella sua totalità: terra e cielo strettamente collegati. Il lampadario ha la forma di una corona bizantina per simboleggiare il re come intermediario fra cielo e terra.
In ottone indorato, abbellito con vetrini di Boemia di vari colori e con imitazioni in avorio, regge 96 candele. Il ragguardevole peso di 900 kg è sostenuto da una lunga catena di ferro al quale è appeso.
Per mezzo di un verricello, situato nel sottotetto, può essere abbassato sino al pavimento rendendo agevole la pulizia e la sostituzione delle candele. Il re non vide mai questo lampadario, poiché ultimato solo dopo la sua morte ed appeso nella sala del trono solamente nel 1904.
Grande sala dei cantori


Ogni castello che si rispetti deve avere una grande sala per le feste. Per il Neuschwanstein che ha ispirato il set LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein, Ludwig Predispose un salone in stile gotico ispirato dalle scenografie create per l’opera wagneriana “I maestri cantori di Norimberga”.
- Dal soffitto a cassettoni in legno di rovere pittorescamente decorato ed intagliato, con dei lunghi cartigli con i nomi dei trovatori, pendono 4 lampadari in stile medievale;
- Sia il corridoio che il salone dei cantori sono adornati da favolosi dipinti di F. Piloty e A. Spiess che illustrano la leggenda di Parsifal;
- L’idea di realizzare il salone, che si sviluppa sull’intero quarto piano del lato orientale del castello, venne a Ludwig nel 1867 quando visitò la rocca di Wartburg. Leggenda vuole che vi si svolse presumibilmente il famoso certame dei cantori, tematizzato anche nell’opera “Tannhäuser” di Richard Wagner;
Il salone di quel castello gli piacque talmente tanto che pensò di farla riprodurre anche nel suo futuro castello.
Il progetto
Quando nel 1868 iniziò la progettazione per Neuschwanstein, il re volle che quel salone diventasse uno dei più rappresentativi del castello, nel quale far confluire tutte le più lussuose idee immaginifiche del sovrano.
Alla testata del salone, sul lato più corto, venne realizzato il pergolato dei cantori, separato da scalini e da tre ordini di colonne dal restante spazio, al di sopra del quale si trova una piccola tribuna.
Dietro il colonnato in stuccolustro sul quale sono raffigurati i busti di personaggi delle leggende e figure allegoriche, si apre il magnifico dipinto che raffigura il giardino incantato di Klingsor, la sacra foresta posta intorno alla fortezza del Santo Graal, veramente spettacolare, tanto da sembrare quasi un vero e proprio bosco.
Il salone veniva illuminato da quattro grandiosi lampadari in stile medievale e da dieci possenti candelabri in ottone indorato e con vetrini colorati di Boemia.
Curiosità
In questa sala non venne mai dato un concerto quando il re era ancora in vita. Nel 1933, in occasione del 50° anniversario della morte di Richard Wagner, vi si tennero grandiosi concerti di musica wagneriana. I concerti sarebbero continuati sino allo scoppio della guerra nel 1939.
Lo studio del re

Sotto al bellissimo soffitto in legno di rovere spiccano pesanti tende e le fodere dei mobili in seta verde con lo stemma a losanghe della Baviera.
- Sul lato destro si trova un armadietto in legno di rovere nel quale il Re avrebbe custodito gli schizzi ed i piani per le sue costruzioni
- Di fronte si trova una piccola stufa di ceramica;
- Al centro della sala sta invece la grande scrivania sulla quale si trovano ancora gli arredi da scrittoio;
- Le travi del soffitto e i mobili sono decorati con elaborati intagli, tutti eseguiti in legno di rovere.
Anche qui, i lampadari riprendo quelli d’epoca medievale.
Una volta il tavolo si trovava proprio di fronte alle alla finestra mentre dove oggi sta la scrivania. A quei tempi c’era poi anche un altro tavolo da lavoro.
Tutt’attorno corrono scene della vita del cavaliere Tannhäuser che sarebbe vissuto un anno in una grotta con la dea dell’amore, Venere.
La leggenda fu abbinata da Wagner a quella della gara dei cantori al Wartburg, ricavandone il libretto per la sua famosa opera “Tannhäuser”.
I dipinti in questa sala furono realizzati dal pittore Josef Aigner, di Monaco di Baviera. Furono eseguiti su
tela grezza cosicché potessero somigliare a degli arazzi veri e propri.
Curiosità
Secondo la leggenda, al re sembrava che il pittore lavorasse assai lentamente, sicché lo affiancò ad un altro artista affinché lo aiutasse a portare a termine il lavoro.
La grotta

Indulgendo al gusto romantico del tempo, Ludwig di fece costruire una caverna che sembra proprio una grotta calcarea autentica, addirittura con stalattiti e stalagmiti.
Autore dell’opera, lo scenografo ed architetto paesaggista August Dirigl. L’opera è realizzata su di un’ossatura in acciaio con stoppa e gesso lavorati assieme affinché riproducessero, con leggerezza, la durezza delle vere rocce.
Poteva essere illuminata con luci colorate e che in origine possedeva anche una cascata, oggi non più funzionante.
La grotta doveva rievocare la montagna dello Hörselberg nella saga del Tannhäuser. Era anche questa collegata al riscaldamento centrale ad aria calda.
Dalla grotta si passa al Giardino d’inverno attraverso una porta scorrevole a vetro, rientrante nella “roccia”.
Le sue ampie vetrate si aprono sul vasto panorama alpino col lago Forggensee. La fontana in questa stanza era in realtà concepita per la sala moresca, mai realizzata, al secondo piano del castello rimasto incompiuto.
Camera da letto

Ludwig riteneva che la camera da letto di un sovrano lo dovesse rappresentare in tutto e per tutto.
La più sontuosa è certo quella che fece allestire nel castello di Herrenchiemsee e in cui dormì una sola notte. Per il Neuschwanstein dell’omonimo set volle una camera in perfetto stile gotico.
- Sulla testata del letto spicca l’imitazione di una icona sacra, una Madonna dipinta da J. Frank su lastra di rame indorata;
- Ai piedi del letto, un vistoso bassorilievo ad intaglio che mostra la risurrezione di Cristo, con riferimento al rapporto simbolico che c’è fra il sonno e la morte;
- Le tende e le fodere, confezionate da Joerres a Monaco, sono del colore prediletto del re: il blu reale, al contempo colore del Regno di Baviera;
La toilette del Re
- Il lavandino, pesante e particolarissimo poiché il rubinetto d’argento è a forma di cigno dal cui becco fuoriesce l’acqua, era già al tempo dotato di acqua corrente. Bastava girare il pomello sotto l’ala destra dell’animale. Il catino veniva poi svuotato con semplice ribaltamento;
- Alla sua sinistra, nascosta nel rivestimento ligneo, si trova una porta segreta che conduceva alla toilette del re, un altro vero e proprio trono, ovviamente in stile gotico con tanto di braccioli e comodo cuscino in pelle color verde smeraldo. Essendoci acqua corrente, sul bracciolo di destra c’era anche una leva per scaricare!
- Pittoresca la bovindo che sta poco più avanti, oltrepassato un altro armadietto in stile gotico, nascosta da tendaggi azzurri con sedute a semicerchio rivestite di tessuto azzurro anch’esse;
- Sulle vetrate a colori si vedono gli stemmi di Schwangau, dei Wittelsbach e della Baviera.
Curiosità
Quando il re dimorava a Neuschwanstein, nella stanza c’erano più tessuti e maggior pesanti tende sia alle porte che alla finestre, ma in gran parte tolte nell’intendo di dar maggior luce e spazio ai visitatori.
Sulla porta che fa accedere alla camera ci sono tre nicchie con statue in legno di rovere di Tristano, Isotta e re Marco, mentre nella lunetta sottostante appare una dama in costume del XV secolo che tiene in mano un libro con la leggenda di Tristano.
Sul nastro che la circonda, svolazzante, si può leggere il primo verso del canto epico, in tedesco medievale.
In questa stanza fu comunicato al re che, in base ad una perizia medica, era stato dichiarato malato di mente e dunque incapace di agire.
Venne poi condotto al castello di Berg, dove il giorno dopo venne trovato morto sulle rive del lago di Starnberg in circostanze ancora da chiarire.
Per avere altre notizie su tutte le stanze del Castello, potete accedere alla pagina Facebook L’Ottocento di Ludwig e Sissi: https://www.facebook.com/groups/1639888546233209
Il precedente: LEGO Architecture 21060 Castello di Himeji
Il set LEGO Architecture 21060 Castello di Himeji, lanciato nel 2023, ha rappresentato un importante passo per la linea Architecture. Il successo riscosso da quel modello ha aperto la strada a nuove riproduzioni architettoniche di edifici storici, tra cui il nuovo set LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein. Entrambi i set condividono l’approccio al dettaglio, alla modularità e alla rappresentazione culturale, permettendo di creare una personale “collezione mondiale” di castelli storici LEGO.



Il LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein è molto più di un set: è un viaggio tra arte, storia e sogno. Ideale per adulti collezionisti e appassionati, è un tributo mattoncino dopo mattoncino a una delle meraviglie architettoniche più amate del mondo. Con questa nuova uscita, LEGO prosegue il suo impegno nel celebrare i capolavori culturali e storici del nostro pianeta, in modo creativo e coinvolgente.
One thought on “LEGO Architecture Castello di Neuschwanstein: il castello delle fiabe”
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Fantastico!