BRICKS IN FLORENCE FESTIVAL 2022

BRICKS IN FLORENCE FESTIVAL 2022

QUINTA EDIZIONE DEL BIFF 2022

A Firenze, gli amici del  Toscana Brick sono famosi per l’organizzazione dell’evento denominato BIFF “Girato” al Tuscany Hall. Trattasi di un teatro elegante, non molto lontano dal centro storico ed è considerata una degna arena delle opere che è abituata ad ospitare.

Erano anni che avevo il desiderio di partecipare a questa manifestazione e finalmente per  questa edizione posso dire “C’ero anch’io!”

Solitamente è una piazza frequentata anche  da costruttori internazionali famosi, purtroppo  questo fattore scatenante che mi faceva anelare di essere qui si è fatto desiderare ed è risultato al di sotto delle mie aspettative, d’altronde si sa che porto sfortuna, pertanto dovevo aspettarmelo, perché dopo il COVID le manifestazioni stanno andando un po’ a rilento.

Scherzi a parte,  vorrei cominciare a parlare di cose serie.

Mi  fa piacere innanzitutto segnalare l’ottimo servizio di workshop fotografico, organizzato in maniera da invogliare a fermarsi e cercare di realizzare degli ottimi scatti, tanto è vero che per la prima volta sono stato attratto anche io ed ho provato a ritrarre alcune scene.

Ho trovato questa esperienza davvero molto interessante e mi piacerebbe ripeterla in futuro.

Workshop fotografico

Quella che state ammirando nella foto che segue è la famosa Aquila  di spazio 1999 realizzata da Giuseppe Minervino. È tra le più belle che abbia mai visto e pertanto l’ho scelta come opera numero uno nel mio album personale dedicato alla manifestazione.

Aquila – Spazio 1999 di Giuseppe Minervino

Merita di essere studiato il Jurassic Camp di Nicola Rigoni, in quanto ha fatto un lavoro superlativo nella riproduzione del passaggio di un grosso T-rex. Il bestione ovviamente non si vede, ma ha lasciato un’enorme impronta impressa sul terreno e sull’asfalto della strada. La tecnica delle crepe sparse ovunque è da premio oscar!

Particolare del Jurassic Camp di Nicola Rigoni

Era dai tempi del San Giorgio Expo del 2019 che non vedevo un’opera di Matteo Russolillo dal vivo, pertanto ho gradito moltissimo la sua nuova moc, la quale è ispirata ad un racconto intitolato “La mia occasione” scritto da lui stesso. Sono rimasto estasiato nell’ammirare una sorta di albero simile a quello del fagiolo magico che raggiunge la terra dei giganti, il quale sbuca dalle pagine e sale su fino a perdersi. Osservandolo con attenzione, mi sono accorto solo in un secondo momento che gli oggetti bianchi che contornavano  i viticci, erano dei caschi. Purtroppo ha deciso di scegliere di appoggiare sulle pagine aperte dei  volumi le varie parti che simulano una scrittura corsiva antica. Dico purtroppo, perché non sono un fanatico dell’appoggio anche perché è un tipo di tecnica che poco si presta per l’allestimento in fiera, perché ci vuole molta pazienza ogni volta nel sistemare tutto al proprio posto. Inoltre, durante gli eventi come questo, dove gli spettatori sono molto vicini e riescono persino ad allungare le mani, il proprio lavoro di preparazione va a farsi benedire, perché i visitatori lo spostano in continuazione.

La mia occasione di Matteo Russolillo
Particolare dell’albero e della scrittura

Uno dei padroni di casa, ovvero Nico Mascagni, ha presentato la nuova evoluzione di un suo già consolidato diorama in stile fantasy  intitolato “Nexo knight remastered”. Per chi non si ricordasse, è quello con la torre medioevale che viene frullata da un potente mago. In pratica è riuscito a far sì che si muova a sezioni ed  ognuna delle quali segue un senso di rotazione opposto all’altro. Vi garantisco che è un gran bel vedere. Inoltre, sulla sinistra di questa c’è una porzione di uno specchio d’acqua che simula il movimento dell’acqua quando c’è il vento a sospingerla. Ci sono tante chicche sparse qua e là, come i solchi di un carretto ottenuti con un sapiente uso dei PLATE WEDGE o la recinzione degli animali realizzata intrecciando il sartiame  flessibile del set 3 in 1 della nave pirata (il 31019). Menzionerei anche i due tronchi di alberi spogli ormai morti che ha creato, che sono davvero credibili. Tutto questo ha fatto sì che nonostante il suo non sia un diorama impattante per dimensione lo sia stato per la qualità offerta e si è guadagnato uno dei tre mattoncini PREMIUM della pagina THE BRICKS BOX che ho creato e gestisco da 3 anni e mezzo.

La premiazione del PREMIUM BRICK di THE BRICKS BOX page

Tra i diorami di grossa “cilindrata” menziono il sempre bello  “Avengers HQ” di Fabio Cangioli che attrae grandi e piccini appassionati della gesta di questi super eroi.

Avengers Hq di Fabio Cangioli

Girovagando  tra i tavoli, riconosco un’opera a me cara di un builder che ormai non è più tra noi. Trattasi del diorama “The Island” del compianto Gianluca Cannalire, storico membro di questo importante LUG al quale i ragazzi che ne fanno parte rendono omaggio da ormai due anni, esponendo una delle sue opere più celebri. Ho sempre adorato il suo kraken che distrugge il galeone. Di Gianluca ricordo sempre un aneddoto. Lo contattai perché ci tenevo ad avere il suo permesso di pubblicare le sue foto proprio di quest’opera, perché la trovavo magnifica e degna della mia pagina, ma lui mi disse che non era d’accordo perché per fare quel kraken si era ispirato, copiando opere altrui e non trovava giusto “farsi bello” sulle spalle degli altri. Accettai di buon grado la sua decisione e ne ammirai la sua correttezza e più avanti mi contattò per farmi avere delle foto di alcune sue nuove opere di cui andava orgoglioso e fu con gioia che gliele pubblicai.

The island di Gianluca Cannalire

Mi fa piacere menzionare l’opera “CityPunk” di Tommaso Degl’Innocenti, in quanto sono un estimatore del genere steampunk e trovo che quanto abbia presentato rispecchi molto il genere.

CityPunk di Tommaso Degl’Innocenti

Merita una menzione anche Luca Lorenzin  per il suo “Impianto di essicazione e raccolta cereali”. Le tecniche non sono di difficile comprensione, ma la storia è ben presentata, pertanto si è portato il risultato a casa, come si suol dire.

Impianto di essicazione e raccolta cereali di Luca Lorenzin

Alessandro e Nicolò Barbini hanno presentato il “Duomo di Pistoia  – versione anni 50” e “Il battistero di san Giovanni in corte”. Io adoro l’architettura del genere e pertanto non potevo non rimanere attratto da queste due opere.

Duomo di Pistoia  – versione anni 50 di Alessandro e Nicolò Barbini
Il battistero di san Giovanni in corte di Alessandro e Nicolò Barbini

Al tavolo seguente, mi imbatto con un costruttore che meriterebbe più di una menzione , anzi servirebbe un articolo tutto dedicato a lui. Trattasi di Luca Gaudenzi, grande appassionato di velivoli militari come aerei da caccia supersonici o mezzi cingolati da terra. Coi mattoncini lui riesce ad ottenere le forme che a molti sembrano impossibili da realizzare e basta ammirare le sue squadriglie per rendersi conto che si stanno ammirando opere realizzate da un AFOL che sa davvero il fatto suo. Come se ciò non bastasse, ultimamente si è cimentato con la realizzazione della Amerigo Vespucci e per lui era la prima volta che si occupava di imbarcazioni e nonostante tutto il risultato ottenuto è davvero “ganzo” come direbbero quì a Firenze.

F14 di Luca Gaudenzi
Le frecce tricolore di Luca Gaudenzi
Amerigo Vespucci di Luca Gaudenzi

Al BIFF, Un altro PREMIUM BRICK WINNER  (vincitore del mattoncino speciale offerto da THE BRICKS BOX) è Daniele Cristello, il quale ha ammaliato gli spettatori con suo LUNABRICK, ovvero un parco divertimenti ricco di giostre dinamiche di sua inventiva.  La più bella, per quanto mi riguarda è la ruota panoramica senza raggiera. Mi ha confidato che proverà a fare un nuovissimo update il prima possibile, ma non vi svelo il segreto.

Lunabrick di Daniele Cristello
La premiazione del PREMIUM BRICK

Un’edifico che mi ha entusiasmato è ”Auto Palace 1911” di Simone Branciari. Trattasi della riproduzione di una vecchia officina FIAT situata nel centro di Macerata.  Questa costruzione ha una forma particolare che per realizzarla tocca mettere mano a pezzi di tipo HINGE (a cerniera). Inoltre, il decoro centrale dell’ingresso è molto particolare, tanto da aver messo a dura prova il costruttore, ma  nonostante tutto, posso garantirvi che lui ha centrato il bersaglio, trovando delle soluzioni costruttive fenomenali. Fa bene ad essere fiero della sua opera. Complimenti a lui!

Merita senz’altro una menzione per la sua dimensione, il diorama vintage di Luca Romagnani, ma vorrei concentrarmi su una delle opere dello stesso genere, tra le  più belle che io abbia mai visto finora e più avanti vi dirò a cosa mi sto riferendo, vi anticipo soltanto un nome ed un cognome, Marco Ferri.

Diorama vintage di Luca Romagnani

Tra i diorami fantasy più grossi presenti, merita una menzione  “Brickdom” di Daniele Bocini, Francesco Manetti, Marco Meini e Dario Tucci. Di questo mi è piaciuto molto il sentiero tortuoso che sale a monte e la cascata. Rivedrei le PLATE verdi  usate davanti  alle case del  villaggio che le trovo poco verosimili, perché sarebbe preferibile fare un’aia polverosa di colore TAN farcito con un sapiente spargimento di qualche ciuffo d’erba rinsecchita. Ragazzi prendetelo solo per un consiglio e non come una critica, mi raccomando.

Brickdom di Daniele Bocini, Francesco Manetti, Marco Meini e Dario Tucci

Il venerdì all’ora di pranzo, arrivando davanti al teatro, il primo amico che ho incontrato è Il mitico “trivella”, cioè Paolo Loro. Come già ci ha abituati, ha portato tante carinissime moc realizzate con l’uso di pezzi utilizzati in maniera alternativa con agganci che solo lui potrebbe osare. Le sue abilità lo hanno reso famoso su riviste e blog blasonati e finalmente in quel di Firenze ho potuto rendergli il giusto merito anche con la mia pagina, assegnandogli il meritato PREMIUM BRICK  di The Bricks Box.

Le “trivelle” di Paolo Loro
La donna leone di Paolo Loro
La premiazione di THE BRICKS BOX

Stefano Signore si è guadagnato il titolo di espositore più lungo nell’allestimento dell’edizione, ma quello che ha preparato è stato apprezzato dal sottoscritto, perché non è caduto nel solito errore che molti fanno quando vogliono esporre le astronavi vintage. La base spaziale è sapientemente incastonata tra le rocce e c’è persino una parvenza di base segreta nascosta nel sottosuolo. Davanti ad uno scenario del genere le astronavi posate sulla pista di atterraggio fanno un figurone e non sembrano messe lì in esposizione come se fossero in vendita presso una concessionaria dozzinale. Finalmente qualcuno in Italia ha capito come trattare l’argomento “space”, complimenti!

Diorama Space di Stefano Signore

In questa quinta edizione, i ragazzi del CLV di Verona hanno portato il palazzo Barbieri, celebre costruzione veronese dalla forma arcuata nel retro. Ovviamente, per ottenere quel muro arrotondato, nessun mattoncino è stato maltrattato, perché è la natura stessa del brick che permette questo risultato. Le piccole tolleranze che ci sono tra un pezzo e l’altro fanno sì che su grandi lunghezze e piccoli pezzi di misura contenuta come l’1×2 stud, permette di flettere parti di muro alla bisogna. In questo caso mi viene da dire, provate anche voi a casa.

Palazzo Barbieri del CLV, fronte
Palazzo Barbieri del CLV, retro

Una cosa che ho notato in questi anni di frequentazione del mondo AFOL, è che gli AMBASSADOR dei LUG molto spesso non hanno il tempo libero che vorrebbero da poter dedicare alla loro passione. Negli eventi molte volte mi imbatto in alcuni di loro che non espongono più o che se lo fanno portano giusto una “bomboniera”, ma questo non è il caso del padrone di casa Fabio Maiorana che ha allestito una città molto ampia e ben organizzata dove ha messo in risalto un’ottima tecnica per inclinare le strade. Inoltre sono presenti diverse tipologie di alberi, cosa che non è per niente insolita nelle vere città, ma che spesso i costruttori si dimenticano e tappezzano le loro con un solo modello, come se sapessero fare solo quello.

La città di Fabio Maiorana
Particolare della tecnica sul ponte, visto su moc di Fabio Maiorana

Micropolis è la città in microscala di Ezio Del Vecchio. Mi sono perso nell’osservare la varietà di edifici e tecniche utilizzate. Ho trovato bellissimo anche il ponte della ferrovia che taglia il fiume della città ed un palazzo dalla pianta a semicerchio la cui foto ha interessato diversi miei contatti quando l’hanno vista nel mio album.

Micropolis di Ezio Del Vecchio

Piazza Farinata degli Uberti è il piazzale principale di Empoli. Trattasi di un’opera di media grandezza realizzata dal giovane Lorenzo Vezzi ed in occasione di questa mostra, l’ha migliorata con l’aggiunta di un nuovo edificio ed un vicoletto, rendendo il tutto molto più credibile.

Piazza Farinata degli Uberti di Lorenzo Vezzi

È molto bella la porzione del diorama ferroviario che Paolo Sbrascini ci ha portato a vedere dalla vicina provincia di Macerata. Qualcuno mi ha informato che montato per intero è qualcosa di favoloso. Mi sarebbe piaciuto vederlo, ma mi devo accontentare di questa pregevole parte che mette in risalto la tecnica del “Brick bending”. In questo caso ha fatto lo SNOT dei PLATE e poi li ha messi sotto sforzo “piegandoli” grazie al solito discorso di tolleranza di aggancio cui vi ho accennato prima nella sezione del palazzo Barbieri del CLV.

La strada ricurva di Paolo Sbrascini

A tal proposito e non è una critica volta direttamente a quest’ultimo builder e nemmeno a questa manifestazione in particolare, ma è un discorso un po’ generale che faccio parlando di un “problema” che sto riscontrando in quasi tutte le esposizioni e che parlando con alcuni costruttori blasonati ho avuto il loro parere che concorda esattamente col mio. Ultimamente la tendenza che accomuna molti costruttori  è questa:  vuoi per risparmiare sul viaggio e magari sull’albergo, molti si mettono d’accordo ed affrontano la trasferta usando in 3 o 4 la stessa vettura, sacrificando però lo spazio a disposizione destinato al trasporto delle moc. A volte, rimane così poco bagagliaio utile, che molti si ritrovano forzatamente a portare piccole opere che io definisco “bomboniere”, perché belle son belle, ma sono troppo piccole per essere esposte all’interno di eventi prestigiosi. Alla fine della fiera, l’evento si farcisce con innumerevoli oggettini di scarso impatto visivo, sebbene chi sa dove guardare le apprezzi comunque. Io mi domando però se questa “moda” può giovare ad un evento oppure no. Io ho paura di no, perché potrebbe far calare il blasone tanto costruito a fatica negli anni dell’esposizione stessa. Per esempio, metti che io voglia visitare l’esposizione PINKO PALLO BRICK FEST tenuta a Cracozia. Questa è famosa per le sue opere maestose e vado fin laggiù con un enorme dispendio di tempo e risorse economiche. Mi reco in quell’angolo remoto del brick da solo, perché portando il mondo, non ho lo spazio da condividere con un compagno d’avventura.  Monto tutto felice e contento di essere anch’io lì, ma poi mi ritrovo ad osservare 3 o 4 opere medio grandi ed il resto sono solo opere che appartengono alla categoria bomboniera, secondo voi posso essere soddisfatto del viaggio? Vi rispondo io, no. Vorrei che questo fenomeno “bomboniera” ritorni il prima possibile nei ranghi perché tutte le esposizioni a cui ho partecipato dalla ripresa post COVID, tranne quella di San Giorgio C.se Brick Expo, dove si partecipa solo dopo un’attenta selezione, stanno soffrendo di questo fenomeno. Carissimi organizzatori, cercate di non sottovalutarlo, perché alla lunga gli espositori che vengono da lontano e portano svariati metri quadri di moc, ad un certo punto saranno costretti a fare loro le proprie selezioni di dove esporre.

Chiusa questa piccola parentesi, vi parlo dei brickheads di Lara Epifani. Sono dedicati ai Peanuts, ovvero a Charlie Brown e soci. Li ho trovati carinissimi e ben fatti, per tanto la donzella si è meritata una menzione nell’evento. Brava!

Una delle tante moc a tema Peanuts di Lara Epifani

Il tavolo di Andrea Bettarini ha sbloccato molti ricordi a tutti i visitatori perché ha esposto opere come la riproduzione di Goldrake,  L’Arcadia di Capitano Harlock, il van dell’A-team e tante altre celebri moc a tema che potrete trovare in rete le cui istruzioni spesso sono acquistabili su siti come rebrickable. Un’altra chicca che ho visto è il mini diorama delle “Paludi nere” di Luca Graziani, dove si potevano ammirare due Nazgul in volo che si muovevano sul serio.

Molto curato, ma con alcune cosette da rivedere, è anche il diorama fantasy di Omar Di Luccio. Del quale ho apprezzato una casa medioevale caratterizzata dal particolare uso alternativo di alcuni pezzi derivanti dalle imbarcazioni.

Particolare del diorama di Omar Di Luccio

Merita una menzione il tavolo di Paola Froiio, che ha presentato tante piccole vignette che rappresentano le fiabe dei fratelli Grimm. Ritornando sul tema microscala, è interessante la stazione di Milano di Francesco Spreafico e nonostante sia in scala ridotta, il risultato è grandioso in quanto è ricca di particolari e decori.

Ed eccoci all’uomo del momento, il mitico Marcosaki Let’go il quale ci ha portato una chicca davvero ben fatta e curata nei minimi dettagli. Nella sua opera non gli si può trovare un piccolo appunto o una critica qualsiasi, ma che cosa rappresenta? Ah, vedo lo dico io. Il buon Marco ha preso un vecchio poster pubblicitario degli anni ormai remoti, come li chiamo io, e lo ha riprodotto fedelmente in “real”. Mettendovi nella giusta angolazione si può fare il paragone tra l’opera e la foto e noterete che tutto quello che è illustrato è presente nel suo diorama e con una cura maniacale. Ma poi lo vogliamo dire, che sebbene trattasi di pezzi vintage, tutto quanto era ben tenuto come fosse appena uscito dalle scatole? L’ho detto. Complimenti, Marchino!

Il poster in versione reale di Marco Ferri

Un builder che sblocca dei bei ricordi di quando si era piccini e si passava il tempo davanti la tv è l’abile costruttore Matteo Mobili. La sua postazione era ricca  di memorabilia come le auto principali della serie tv The Dukes of hazzard, o quella del film The Blues Brothers col megafono sulla cappotta, per non tralasciare la sua microscala di Hogwarts. Delle sue moc si possono comprare le istruzioni e mi raccomando, se un giorno verrà voglia anche a te che mi stai leggendo di partecipare come espositore e ti fa piacere esporre qualcosa per le quali hai acquistato delle istruzioni, scrivilo che esponi un’opera realizzata seguendo un manuale non tuo, ma di uno specifico costruttore e non barare! Anche perchè questi costruttori sono in gamba ed è giusto che vengano riconosciuti i loro meriti.

Il Generale Lee e l’auto di Boss Hog di Matteo Mobili

In questa edizione, anche se per me è la prima, ho avuto il piacere di conoscere Giorgio Tona, un nuovo costruttore che si è affacciato al mondo espositori da poco e ha cominciato subito col botto.  La sua “Non l’ho mai fatto, ma l’ho sempre sognato” è la fedele fantozziana riproduzione del buon vecchio e goffo ragioniere che cerca di prendere la corriera al volo perché è in ritardo. Purtroppo quelli di Fantozzi sono film che ho visto solo da bambino e quindi non ho potuto ricordarmi della sequenza riprodotta, ma sono andato a documentarmi su internet e ci sono voluti pochi secondi a trovare quel particolare fotogramma, pertanto posso dire con assoluta certezza che questa moc è perfetta e non c’è una virgola messa al posto sbagliato. Risulta molto apprezzabile anche la tecnica delle ringhiere dei balconi ed alcuni interni come la lavanderia con asse da stiro e lo stendino per i panni.

A fianco a lui, c’era il mio diorama orientale in stile NINJAGO al quale ho apportato significative modifiche dall’ultima volta che l’ho esposto al MEI nel marzo del 2022. Mi ha fatto davvero piacere che gli “addetti ai lavori” se ne siano accorti perché mi sono adoperato come un matto nel cercare di realizzare un mare mosso che lambisce le coste. È la prima volta in assoluto che l’acqua, sebbene statica, rappresenta il mare con le onde in quella maniera ed era una cosa che volevo realizzare proprio così, perché in giro ormai sono pieni i diorami con distese lineari e lisce di tile 1×2 trasparenti  agganciati sopra a diversi PLATE di gradazioni di colore diverse. Io mi son sempre detto che il mare non è mai piatto, pertanto lo dovevo rappresentare come è giusto che sia. Secondo i commenti che ho ricevuto, credo di esserci riuscito e vi consiglio di andare ad Arezzo a partire dal 19 novembre fino al 26 dicembre, perché lo potrete ammirare durante la mostra con l’aggiunta del diorama elfico che non espongo più da ormai 3 anni esatti. Piccola nota: tra tutti e due mi ci sono voluti quasi sei ore di allestimento, per tanto non perdetevi nulla, perché oltre alle mie ci sono molte OPERE incredibili.

La vendetta del dragone di Pino Fraccalvieri
Particolare delle onde nel diorama di Pino Fraccalvieri

Il Douglas C-47 Skytrain di Leonardo Giglioli, essendo alla mia destra, me lo sono praticamente goduto tutte le volte che presenziavo davanti al mio diorama. È un gran bel pezzo e non mancano le chicche tecniche per realizzarlo come ad esempio la soluzione semplice, ma geniale per fare i vetri della cabina di pilotaggio.

Douglas C-47 Skytrain di Leonardo Giglioli

Come ultima cosa vorrei aggiungere un elogio a Fabio Broggi per le fotografie costruttive dedicate alle canzoni, perché sono spettacolari. La sua l’ho trovata un’idea originale di rivisitare le fotografie “legose”. Sinceri  complimenti.

50 Special – Luna Pop, foto di Fabio Broggi
Cogli la prima mela – Angelo Branduardi, foto di Fabio Broggi

Come al soluto ho mentito, perché non ho finito. Più di una citazione la meritano anche tutti i bambini che hanno partecipato al concorso loro dedicato, perché alcuni hanno portato delle piccole chicche che hanno catturato la mia attenzione e non ho potuto far finta di niente. Sofia R. di Carmignano (7 anni) ad esempio ha realizzato un’opera veramente originale ed ha fatto un uso alternativo dei binari della serie Friends, trasformandoli  in pale per un mulino/pala eolica. È di Mattia Argyll L. di Livorno (9 anni) un “dioramino” in stile halloween dove spicca una mano alla Freddy Krueger  molto ben fatta. La riproduzione della chiesetta del paese di Mattia D. di Bagno a Ripoli (10 anni) è qualcosa di molto curato, vista l’età, bravo! Pietro D. di Viareggio (8 anni) è un mostro di bravura, lo si capisce ammirando il suo piccolo Skate Park “improvvisato” dai soliti teppistelli in un angolo cittadino . Si capisce il degrado della zona dal rubinetto che scarica acqua a caso sull’asfalto e dai graffiti sul muro imbrattato come al solito dagli street artist da quattro soldi di turno. Sofia S. di Firenze (10 anni) ha portato una bella sfinge, ispirandosi a quella in Egitto ed il risultato è pregevole, brava! Lorenzo C. di Firenze ( 8 anni) mi ha sorpreso con il suo galeone dei pirati. Mi sembra quello di One Piece!

Moc di Sofia R. di Carmignano (7 anni)
Moc di Mattia Argyll L. di Livorno (9 anni)
Moc di Mattia D. di Bagno a Ripoli (10 anni)
Moc di Pietro D. di Viareggio (8 anni)
Moc di Sofia S. di Firenze (10 anni)
Moc di Lorenzo C. di Firenze ( 8 anni)

L’organizzazione ha riservato per gli espositori alcuni piccoli eventi ai quali, per la prima volta ho avuto il tempo di partecipare. Il primo è stato il laboratorio New Elementary, dove l’ambassador di questa organizzazione, Francesco Spreafico,  ha messo a disposizione svariati sacchetti con i pezzi usciti recentemente in questo ultimo anno. In due ore bisognava creare qualcosa, usandone in maniera intelligente, aiutandosi ovviamente con gli altri pezzi forniti in quantità industriale dal Toscana Brick ed avvalendosi anche dell’ausilio dei pezzi New Elementary dell’edizione del 2019.

Mi sono divertito come un matto e le due ore sono volate troppo in fretta. Vi propongo quello che la mia mente malata ha partorito, ovvero un cingolato del futuro (senza cingoli), usato ad esempio per l’esplorazione su territori accidentati.

Workshop New Elementary, un tentativo di Pino Fraccalvieri

L’altra attività è il famigerato speed building. Prendendone parte,  ho capito che non è il mio mestiere, ma tutto sommato ho passato il primo turno e mi sono portato a casa due piccoli set interessanti, pertanto evviva! La prossima volta ci riproverò.

Adesso siamo veramente giunti al termine e non mi rimane che ringraziare il Toscana Bricks Lug per aver ospitato tutti quanti in questa magnifica cornice e per averci intrattenuti al meglio. Ci tengo in maniera speciale farvi notare che la preparazione dell’evento è stata impeccabile. Ogni dettaglio non è stato lasciato al caso, come ad esempio la compilazione dei cartellini coi titoli delle moc e i nomi dei costruttori, con segnalata addirittura la loro provenienza. Un lavoro del genere ha fatto sì che io potessi scrivere questo articolo, cercando di fare meno errori possibili nel menzionare le persone o le loro opere.

In conclusione, un viaggio da queste parti, con una città così, merita e se poi la vorreste abbinare alla passione per i mattoncini, il prossimo anno potreste partecipare alla sesta edizione che si terrà il 18 e 19 novembre 2023. A presto!

3 thoughts on “BRICKS IN FLORENCE FESTIVAL 2022

  1. Hi! Do yoᥙ use Twіtter? I’d like to folⅼow you if that would be okay.

    I’m undοubtedly enjoyіng yօur blog and look forward to new
    posts.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *