BOSS 2024, Un evento dell’Associazione LEGhorn Bricks di Livorno
L’11 e 12 maggio 2024, sono stato ospite degli amici livornesi dell’associazione LEGhornBricks. Da due anni a questa parte, Lucio Vannucchi, Clelia Zocchi e Lorenzo Valdambrini organizzano il BOSS, un evento ricco di opere in mattoncini che come consuetudine si svolge durante il week-end dedicato alla festa della mamma. Il nome dell’evento non è altro l’acronimo della frase inglese “Bricks On the SeaSide” ovvero “I mattoncini al mare”. Il titolo è tra i più azzeccati in assoluto, in quanto la manifestazione prende luogo sulla spettacolare terrazza Mascagni, simbolo per i cittadini locali e teatro all’aperto che affaccia sul Tirreno.
Innanzitutto vi racconto che si è trattata di una vera maratona di due giorni con orari che ci hanno tenuti impegnati dalle 11 alle 21 il sabato e dalle 10 alle 20 la domenica. Si pensava che il caldo o la bella giornata avrebbe potuto giocare dei brutti scherzi, ma ciò non è successo. Il pubblico è arrivato copioso e noi tutti, organizzatori ed espositori, nonché i venditori, siamo resistiti all’assalto dei visitatori e alle temperature sopra la norma all’interno della tensostruttura che ci ospitava.
L’ingresso per vedere le opere arrivate da diverse regioni d’Italia era completamente gratuito e questa non è cosa da poco, perché eventi del genere hanno sempre dei costi di gestione elevati da sostenere. Detto questo, mi sembra giusto cominciare a dare risalto a quanto c’era da vedere, fare e perché no, comprare.
Inizio il giro virtuale esattamente come era nella realtà, pertanto il primo tavolo a dare il benvenuto era quello floreale curato da Laura Barsotti, da Lorenzo Valdambrini e Davide Nassi. Tra tutti quei fiori, spicca una piccola MOC di quest’ultimo, che ha catturato la mia attenzione per come ha realizzato un alambicco presente tra gli artefatti di un alchimista poco raccomandabile.
Nella sala successiva c’era una bella collezione di set dedicati a BATMAN appartenenti a Denis Micheletti e Lorenzo Battaglieri. Altra bella raccolta, era quella di Gabriele Tesi con set dedicati alla serie moderna sull’esplorazione spaziale, ma la sua chicca più bella è “Tintin sulla Luna”. Trattasi di una MOC dedicata ad una delle celebri novelle di “Le avventure di Tintin”.
Andrea Tarani ed il figlio Jacopo hanno esposto alcuni diorami dedicati al film Fury del 2014, mentre Davide De Mincis ha portato un allestimento in stile Monster ed uno medioevale.
Manuel Falcione è specializzato in opere dinamiche a tema BLACKTRON. Lui e la sua fidanzata hanno attirato tantissimi bambini sbalorditi dal proprio allestimento. La fotografia purtroppo non è molto nitida, pertanto vi consiglio di recuperare il video presso il seguente link.
In questa stanza, già ricca di cose interessanti da vedere, c’erano anche i miei due diorami intitolati “La rivincita del dragone” parte 1 e parte 2″. Quando li espongo entrambi e li unisco, si trasformano in un’opera molto più complessa che raggiunge i quattro metri in lunghezza. Pensate che sono necessarie quasi tre ore per l’allestimento e due scarse per lo smontaggio.
Cambiando stanza, prima si percorre un corridoio dove ad attenderci ci sono le piccole opere 16×16 STUD di Beatrice Bucci dedicate a scene di film iconici di tipo horror. Non vi nascondo che è stato spassoso passare del tempo con lei, cercando al tempo stesso di intrattenere i visitatori, mentre cercavano di indovinare le cinque pellicole proposte.
Lucio Vannucchi, in vece di ospite della casa, ha proposto la sua opera del “Il falsario di quadri famosi”, mentre il figlio Vittorio ha presentato una MOC dinamica intitolata “Ooops, ho sbagliato coordinate”.
Altre MOC dedicate a delle pellicole cono quelle di Marco Ferri che ha narrato le avventure di “I due superpiedi quasi piatti”, “Lo chiamavano Bulldozer”, “Lo chiamavano Trinità” e “Continuavano a chiamarlo Trinità”.
Terminato il canale di collegamento, si giunge nella seconda stanza. Come prima cosa mi imbatto davanti alla tavolata gestita dal gruppo dei Brickanti e rappresentata da Alessandro Daino, Svetlana Gargiulo e Salvatore Russo. Vi segnalo una bella cattedrale di fantasia realizzata da Alessandro e la moglie Svetlana.
Segue a ruota il winter village di Gabriele Serra e una battaglia dinnanzi al Daily Mirror di Mauro Persico.
Francesco Baldaccini è il vincitore della giuria del pubblico per quanto riguarda la categoria dei diorami. Il suo era a tema vintage. Di fianco ce n’era un altro similare di Lorenzo Valdambrini e in seguito troneggiava una fantastica città sempre realizzata da quest’ultimo.
Il Ponte vecchio di Firenze ha fatto il suo gran figurone all’interno della sala. Rinnovo i miei complimenti al giovane Lorenzo Vezzi per averlo realizzato. Sempre per la stessa classifica dei diorami, la sua opera ha raggiunto il secondo posto.
Le opere di Gabriele Manca dedicate ai film di Indiana Jones mi hanno colpito parecchio, soprattutto per la scelta che ha adottato di narrare le sue storie usando la stessa base utilizzata dalla LEGO col set “Il tempio dell’idolo d’oro”.
Simone Malizia ha creato una MOC intitolata “Mostra di pittura LEGO”, la cui caratteristica è il fatto che i quadri rappresentati nell’opera sono realmente dipinti a mano da lui direttamente su dei TILE 2X2. Lo so, i puristi potrebbero storcere il naso, ma vi assicuro che il pittore è davvero bravo e pertanto si è guadagnato i miei complimenti.
Ovviamente non mancavano oggetti dedicati ai Bionicle, Brickheadz e altri come pizzerie ed ospedali di artisti vari, ma una delle chicche da segnalare sono delle piccole opere di un bambino di 8 anni che ho visto nell’ultima sala dedicata ai costruttori. Trattasi di Giorgio Ruiu e delle sue scene che rappresentano al meglio quanto è successo nel tragico incidente dell’affondamento del Titanic. La sua bravura è stata apprezzata anche dal pubblico, perché si è aggiudicato il primo posto per la categoria giovani.
Di fronte al piccolo, c’era il grande costruttore, il maestro del piego brick, David Lambertucci che si è portato a casa il PREMIUM BRICK della pagina THE BRICKS BOX che gestisco. Il suo banco era ricco di delizie dove il mitico deposito di Zio Paperone la faceva da padrone.
Andrea Costagli ha curato la sezione TECHNIC ed era posizionato vicino all’area gioco, sapientemente gestita dal gruppo dei BRICKANTI, dove i bambini si sono divertiti come dei matti.
Prima di giungere alla sala dei venditori, c’era ancora un ultimo corridoio completamente dedicato ad Harry Potter dove set e piccole MOC di Clelia Zocchi hanno fatto bella mostra di sé.
In ogni mostra che si rispetta non può mancare un’area vendita e quella presente a Livorno era spettacolare, perché si annoveravano almeno cinque venditori affiatati tra loro.
Come ultima cosa vorrei aggiungere un piccolo pensiero. Il nome LEGhorn Brick deriva dal nome di Livorno in inglese, per lo meno è così che mi ha spiegato Lucio Vannucchi qualche giorno fa. Io, che sono una specie di San Tommaso, ho fatto una ricerca su Google che conferma la cosa, ma che aggiunge un fatto assodato. A Cupertino sanno che livornesi e pisani si odiano e ce lo fanno sapere.
Bell’articolo!
Grazie Pino di Tutto: per l’articolo, per la tua splendida opera e per aver accettato il mio invito a venire a Livorno!