LEGO® SUPER MARIO™ 71426 – Piranha Plant – Recensione

LEGO® SUPER MARIO™ 71426 – Piranha Plant – Recensione

Grazie a Lego® abbiamo avuto la possibilità di costruire, in anteprima, il set 71426 Super Mario™ Piranha Plant, che uscirà ufficialmente in vendita il prossimo 6 novembre al costo di 64,99 euro.

Si tratta di un set che unisce la linea Lego® Super Mario™ a quella Botanicals, come testimonia anche il fatto che la confezione ricorda più quella di un set della linea “Icons” rispetto a uno dei classici set giocabili che l’azienda ha dedicato all’idraulico più famoso del mondo: le dimensioni, il colore nero che dominante della scatola, la banda rossa in basso e la dicitura “18+” sono inequivocabilmente un richiamo irresistibile al recente motto coniato dall’azienda danese “adults welcome”.

D’altro canto per chi ha giocato, almeno una volta nella vita, ai giochi Super Mario™ viene piacevolmente colpito dalla fattezza “cartoon” della pianta, che ricalca fedelmente quella presente nei videogame e che aggiunge qualcosa di interessante all’esperienza dei Botanicals, finora – anche giustamente, forse – più ispirata alla riproduzione fedele di piante esistenti in natura.

Il set è composto da 540 pezzi, suddivisi in 6 buste di plastica (la carta qui ancora non è arrivata). Da sottolineare anche il manuale di istruzioni, che nella copertina si presenta bianco e all’interno presenta un contrasto cromatico con le pagine plain black, e che dedica le primissime pagine a ricostruire la storia delle “Piranha Plants” nei videogame dedicati a Super Mario™, con una linea del tempo che segna i passaggi fondamentali dell’evoluzione della grafica dal 1985 ai giorni nostri.

Immancabile, in un set 18+, una breve presentazione storica del set da parte dei Designer Lego® Super Mario™, con Carl Merriam, Senior Designer dell’intera linea, che svela come questo set sia nato – ovviamente come prototipo – durante la progettazione dell’altro set, 71411 The Mighty Bowser.

Dal punto di vista della costruzione il set è abbastanza semplice – personalmente l’ho costruito in due serate, da mezz’ora ciascuno, mentre la prole dormiva beata – ma offre alcuni spunti interessanti che ne caratterizzano anche la giocabilità. Le prime due buste, in cui dominano i colori della palette del verde, sia green sia bright green, è dedicato alla costruzione del vaso, elemento che personalmente ho apprezzato molto perché risolve alla radice il problema di dove posizionare tutti quei set Botanicals che ne sono sprovvisti (vedi ad esempio le rose, i girasoli, i narcisi).

Nello specifico, con la busta n. 1 si crea la struttura di base del set, che copre tutti e 4 i lati con un cubo in cui la fanno da padrone i brick 1×1 modified con lo stud su un lato o su due lati, mentre l’apertura del vaso è realizzata utilizzando, secondo una tecnica ormai tradizionale, gli archi messi uno contro l’altro per orizzontale.

La busta n. 2, invece, riveste il parallelepipedo precedente con moltissimi slope curved bright green, conferendo al vaso il suo caratteristico aspetto tondo che, in questo caso, viene un po’ accentuato ed enfatizzato in linea con l’idea “cartoon” che fa da sfondo al set.

Da segnalare, come dicevo, proprio nelle prime 2 buste, i meccanismi che permettono una certa giocabilità della costruzione: la base, infatti, basata sui due pezzi che compongono la classica “trap door”, consente con la semplice pressione di un tile 2×4 un’apertura nascosta, che sarà fondamentale per una piccola chicca dedicata al gioco che, però, vi riservo per la fine della recensione.

La terza e la quarta busta sono la chiave per costruire lo stelo e le foglie della nostra pianta, e anche qui dominano – neanche a dirlo – i colori della palette del verde. La costruzione anche in questo caso è molto semplice, anche se relativamente fragile dal punto di vista della tenuta rispetto al vaso: lo stelo, infatti, è semplicemente “inserito” all’interno dell’alloggiamento costruito nelle prime due buste, ed è fermato soltanto dall’unico stud di un jumper 1×2 verde, ma non è fissato, il che comporta sia la possibilità di muovere la pianta in entrambe le direzioni sia, soprattutto, l’estrema instabilità dello stelo (e credetemi, con una coppia di gemelle a casa, il termine “estrema” rende proprio l’idea).

Una piccola notazione sulle foglie: in un’epoca studless, dove tutto è ricoperto da tile e slope curve di varie fattezze e dimensioni, l’utilizzo della coppia di wedge plate 4×2 pointed, di colore lime, con gli stud in bella vista, rende perfettamente l’idea di una pianta grassa, con le sue irregolarità e spine.

Le due buste finali, come si può immaginare, completano la costruzione con l’assemblaggio delle fauci della pianta carnivora, in cui hanno ampio spazio i pezzi technic, tra joint e axe, che consentono di realizzare le due facce della bocca, in cui predominano pezzi tondeggianti con dei Brick Round Corner 3x3x2 Dome top decorati, introdotti appositamente per questo set con dei pois bianchi.
La costruzione e il posizionamento di questa parte, nello specifico, si è rivelata un po’ difficoltosa, a causa della sua estrema fragilità: i 4 Brick Round Dome di ciascun lato della bocca sono tenuti insieme, infatti, più dal tile 3×3 bianco che da una solida struttura inferiore, e ciò ne compromette moltissimo la stabilità, pur nell’esaltazione della qualità grafica della resa finale.

Ora la chicca di cui vi ho accennato poco fa: in questo set Lego ha introdotto, per la prima volta, i bellissimi ed iconici “coin” di Super Mario™, quelli che nei videogiochi si ottengono, per intenderci, saltandoci o colpendo i cubi posizionati lungo il percorso. Si tratta, anche in questo caso, di pezzi decorati appositamente per questo set, dei Tile Round 3×3 gialli con il numero “1” stilizzato al centro, che ricordano perfettamente quelli del set. E per queste monete la pianta carnivora funziona un po’ da salvadanaio e, se vogliamo, da guardiano: le monete infatti si possono inserire laterlamente tra lo spessore del vado e la struttura che supporta lo stelo, e il meccanismo di “trap doop” di cui vi ho parlato serve a farle nascondere (anche qui, un episodio di real life: le mie bambine, a soli 2 anni, sono letteralmente impazzite, chiedendo ogni giorno di poter mettere le monete sopra e farle uscire da sotto).

Tirando un po’ le fila di questa esperienza di costruzione, mi sento di promuovere questo set soprattutto da un punto di vista esperienziale ed emozionale, perchè richiama alla mente tanti ricordi di pomeriggi giocati con i videogiochi Super Mario™, ma anche estetico, perchè penso che si inserisca bene anche in più contesti espositivi: personalmente l’ho inserito sotto la parete di casa dove tengo i vini, che mi sembrava avesse uno spazio adatto, anche se penso starebbe benissimo anche in coppia con il quadro Warhol Marilyn Monroe della Lego® Art.

Il set, inoltre, contiene moltissimi elementi che potrebbero essere adattati per altri futuri utilizzi da parte di Lego® o dei mastri costruttori: penso ai Brick 3x3x2 decorated, che si adatterebbero benissimo a una coccinella, ai tile round 3×3 che potrebbero essere degli ottimi bottoni d’oro ottocenteschi per una “big figure” (la butto lì: Napoleone?). Del resto, anche i moltissimi slope bright green potrebbero essere sfruttati adeguatamente in ambientazioni MOC per creare paesaggi “snottati”.

Unica pecca? a mio avviso il prezzo, 64,99, che nonostante la licenza forse è un po’ esagerato: sarebbe stato forse più adeguato un prezzo sui 50-55 euro (pensando trasversalmente, nella linea Botanicals il set 10311 “Orchidea” ha un costo di listino di 49,99 euro contiene poco più di 600 pezzi).

Si ringrazia il Gruppo LEGO® per aver fornito a Brick.it Magazine una copia recensione del set. Tutte le considerazioni espresse in questa recensione sono frutto dell’opinione personale dell’autore.

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