BIFF 2023 L’ANNO DELLA PAPERA

BIFF 2023 L’ANNO DELLA PAPERA

Il sottotitolo della manifestazione recita: “Con sei mattoncini LEGO® puoi costruire tante papere diverse…” ecco perché si parla in effetti dell’anno del pennuto giallo e per fare le cose in grande, gli amici fiorentini non si sono risparmiati, perché ne hanno realizzata una gigantesca e smontabile in 6 grossi brick.

Detto questo, per il secondo anno di fila eccomi qua a descrivervi la mia piccola gita a Firenze che ho dedicato esclusivamente al mondo dei mattoncini.

Questa volta, vorrei omettere di parlare delle opere che erano già presenti l’anno scorso, fatta eccezione per L’isola del tesoro del compianto Gianluca Cannalire. Guardate quanto è bella col kraken che stritola l’imbarcazione e i pirati sopravvissuti che si portano in salvo a riva.

Tra le novità, vi segnalo la Centrale elettrica di trasformazione E-distribuzione di Simone Branciari. Trattasi di un diorama che rasenta la realtà, dove tutto è predisposto in maniera perfetta. Anche gli addetti ai lavori che finora si sono imbattuti in Simone, possono confermare che ha fatto proprio una progettazione senza errori. Diorami del genere non se ne vedono in giro e questo mi ha colpito così tanto che ho deciso di premiare il marchigiano con l’ambito PREMIUM BRICK della pagina The Bricks box.

Lo skyline di Lorenzo Grillo è un’opera con un’idea molto interessante per chi volesse arredare le pareti di casa propria con un bellissimo oggetto. Ovviamente, il soggetto scelto, fa tanta differenza , perché Firenze offre davvero molto in bellezza.

Cristiano Grassi è tornato al suo primo amore, così ho potuto ammirare il suo diorama SPACE dedicato ai BLACKTRON. Giusto appunto circa un mese fa a Bergamo lo premiai col PREMIUM BRICK, perché ho riscontrato che il suo, rispetto a tutti gli altri similari che ho visto finora ha una marcia in più. Innanzitutto il terreno è preparato in SNOT, anziché tappezzato su piastre su cui vengono posizionate le concessionarie di astronavi e Rover. Ovviamente, realizzarlo così costa di più, ma alla fine da una resa migliore. I mezzi rappresentati sono molto accattivanti e ben delineati e la pedana col logo triangolare denota una gran maestria negli SNOT più complicati.

Un’altra eccezione che sto per fare è il menzionare la città in microscala del RomaBrick che quest’anno è giunta nel capoluogo toscano in versione decisamente più ingrandita. In effetti si denota subito che la collaborazione di 8 AFOL costruttori ha dato degli ottimi frutti. Per quanto mi riguarda è uno dei diorami più belli che ho visto nel weekend. Non mi resta che complimentarmi con loro e menzionarli: Ivan Porro, Matteo Russolillo, Giorgio Tona , Paolo Viti, Giorgio Brunoldi, Ezio Del Vecchio, Irene Goia e Pamela Lagalante.

Fabio Cangioli e suo figlio Samuel hanno portato un nuovo diorama che rappresenta una villa toscana. Si possono notare molti colpi da maestro quali i muretti a secco realizzati con una buona tecnica e la pavimentazione all’esterno della casa. Carina anche l’idea di rappresentare l’acqua con i PANEL trasparenti e l’utilizzo di cheese slope. Il mulino è perfettamente funzionante e gli interni mi sono piaciuti tanto, soprattutto la sala col biliardo. Le misure sono considerevoli e questo fa guadagnare punti quando devo assegnare un PREMIUM BRICK di The Bricks Box. Non travisate quello che sto per scrivere, ma se devo scegliere tra uno che ha portato una piccola opera anche se ben rifinita ed uno che ne porta una molto più vasta con le giuste qualità cui io ricerco, premio il secondo. Faccio così perché va dato il giusto merito a chi offre il massimo, a chi non si spaventa a dover effettuare un sacco di ore di montaggio ed altrettante di smontaggio, a chi non può condividere l’auto con altri e smezzare le spese di viaggio, perché nel suo mezzo non ci sta nient’altro che le sue cose.

Andrea Valentini ha portato una porzione del suo diorama dedicato ad un aeroporto militare della seconda guerra mondiale.

Federica Sbrizzi si becca una doppia menzione una per la sua Botanical House e l’altra per il diorama Elves intitolato “Living inside a tree”. La ragazza ha una buona mano e si vede in tutto quello che fa ed in effetti una delle sue opere è stata una delle prime dieci votate dal pubblico di visitatori.

La vendetta delle paperelle è il primo diorama diffuso, nel senso che più artisti si sono riuniti ed hanno creato una storia suddivisa in diverse opere (in questo caso quattro), che poi hanno sparso all’interno dell’esposizione a caso. Toccava al visitatore andarle a trovare e cercare di raccapezzarsi con la storia.

Gli autori di questo esperimento sono Giorgio Brunoldi, Giorgio Tona, Matteo Russolillo e Paolo Viti, Irene Goia e Ivan Porro. L’idea è partita dagli ultimi due che da mesi avevano in mente di cimentarsi in una battaglia “multidimensionale” (con portali verso altri luoghi ed epoche) che coinvolgesse minifigures “umane” e paperelle, partendo dalla fabbrica di queste da loro presentata in anteprima a Lecco (all’interno della città comunitaria). Hanno poi coinvolto gli altri costruttori per interventi personalizzati, un po’ fuori dalle righe: Giorgio Tona per esempio ha fatto il paper-mecha, che sembra più buffo che minaccioso, almeno ciò è quello che spera lui. In realtà è sicuramente molto strambo, ma tecnicamente è ben curato e solo Giorgio poteva tirar fuori un oggetto così ricercato. I piccoli pennuti invadono il mondo ed anche la storia, usando dei portali dimensionali in stile Doctor Strange che le fiondano da una moc all’altra. La parte in mare fa riferimento a un fatto realmente accaduto: un bastimento di giocattoli affondato diversi anni fa, che ha fatto poi arrivare sulle spiagge vicine, anche a distanza di tempo, orde di paperelle gialle.

Germana Boni ha presentato un quadro del Caravaggio con una tecnica che si differisce completamente dalla solita a mosaico utilizzata in opere similari e pertanto si è guadagnata la menzione nel mio reportage, perché ha fatto proprio un bel lavoro, complimenti.

Il medieval gate di Matteo Grassi è un piccolo gioiellino. Appartiene a quella categoria di MOC che io definisco francobollo o bomboniera per via delle piccole dimensioni che occupa, ma che sono una gioia per gli occhi.

Paulo Carreira è giunto sin dal Portogallo e con sé ha portato dei Brickheadz personalizzati che rappresentano gli irriducibili galli di Asterix ed Obelix. Per quanto non apprezzo i “testoloni”, in questo caso, trovo le sue MOC molto belle.

La torre di guardia di Nicola Rigoni è un’altra bomboniera che ho apprezzato parecchio, soprattutto per l’idea di posizionare i PLATE del fiume ghiacciato con un’angolazione diversa dal resto del diorama.

Palazzo Vecchio di Lorenzo Cipriani è un oggettino veramente carino e sicuramente non sarà stato facile da realizzare visto che la scala scelta è molto ridotta. Nonostante tutto l’opera è facilmente riconoscibile senza bisogno di leggere la targhetta.

La canadese Deborah Higdon ha portato tanti oggetti carinissimi inerenti all’imminente Natale e sono uno più bello e colorato dell’altro. Ognuno di essi differenzia da un altro per tecniche e pezzi utilizzati, pertanto potrete restare per ore ad osservarli e scoprirete sempre nuovi particolari non notati in precedenza.

Giorgio Tona ha portato l’opera intitolata “Il Flauto Magico” della quale apprezzo in maniera smisurata il dragone blu che fuoriesce dall’antro.

Matteo Russolillo prosegue con le sue opere a libro aperto. Quest’anno ha portato una variante dell’edizione precedente.

Giuliano Malatesta non era presente, ma una delle sue opere sì. Mannaggia a lui! L’opera è arrivata danneggiata ed abbiamo passato tutto il tempo a raddrizzare la torre, ma non c’è stato verso, pertanto l’abbiamo lasciata lì tutta attorcigliata su se stessa. Pare che il pubblico abbia apprezzato lo stesso, ma non sa che è solo un caso la forma contorta che ha assunto la torre, perciò è stata ribattezzata Torretorta. Ovviamente, mi sto burlando di lui, perché l’opera è volutamente così realizzata ed intitolata da Giuliano ed è piaciuta moltissimo.

La città post apocalittica invasa dagli zombie di Enrico Braga a Firenze ha conquistato il PREMIUM BRICK della mia pagina. Nel diorama potrete riconoscere tutti i modulari ufficiali, che nel tempo e con l’incuria hanno subito enormi danni. Ovunque, i non morti la fanno da padrone e ai pochi umani rimasti non resta che scappare od essere mangiati vivi.

Per quanto riguarda il compartimento auto da sogno, Soufiane Douik ed Alessandro Parrini hanno esposto bolidi da urlo. Sicuramente gli amanti del LEGO TECHNIC® si saranno saziati nell’ammirare tutte le loro opere.

Ovviamente, quando mi muovo per gustarmi un evento, porto quasi sempre qualcosa di mio. Le poche volte che ero presente vicino al mio tavolo ho goduto dell’ammirazione che c’era nei bambini nei confronti della mia MONSTER MANSION.

Luca Romagnani e il nostro Marco Ferri sono due assi per quanto riguarda il vintage o come lo ha ribattezzato il secondo #reallego. Anche questa volta hanno portato due belle chicche che hanno lasciato a bocca aperta quelli che un tempo sono stati bambini fortunati che giocavano con le costruzioni.

Paolo Viti per me è una novità le cui opere non avevo ancora ammirato. Ed in effetti è molto talentuoso sia nelle varie collaborazioni di cui vi ho già parlato in precedenza, ma anche quando si muove da solo. “Summoning” e “A tu per tu con la Gorgone” sono due opere molto curate dove si denotano un sacco di utilizzi alternativi che fanno una gran bella figura.

Voi la conoscete la barzelletta del bagno del nuovo millennio? Noooo? Peccato, perché non potrete capire la MOC che ha portato David Lambertucci che in pratica ritrae la vita del cavolo che fa il secondo protagonista della storiella. Se vi capitasse di imbattervi in lui, fatevela raccontare, perché c’è da schiantarsi dalle risate.

Close encounters di Francesco D’Annunzio è un diorama ben realizzato che riassume alcuni eventi dedicati agli incontri alieni di svariate tipologie. A me piacciono da matti i tre ufo che fanno i rapimenti dei terrestri con una sorta di raggio traente.

Massimiliano Valentini ha ideato un bel costume in stile steampunk veramente succinto e se qualcuno se lo stesse chiedendo, vi confermo che è decisamente indossabile.

Un bel richiamo al film “Ghost in the Shell” lo ha fatto Fabio Filippi col suo diorama anche se c’è da dare credito che il tank spider è stato progettato da Cole Blaq. A parte questo, mi complimento con Fabio per l’ottimo lavoro.

Lorenzo Vezzi si è stufato di portare in giro la piazza più famosa di Empoli e col BIFF 2023 si può dire che ha inaugurato una nuova opera, questa volta dedicata al “Ponte Vecchio” di Firenze. Purtroppo lo spazio dedicato all’opera non era il più congegnale, pertanto non si è potuto godere a pieno.

E con questo è tutto, ma vi lascio salutare dal grande MAESTRO Andrea Montuori che come al solito incanta i visitatori con le sue spiegazioni su come ha realizzato l’incredibile armatura medievale giapponese.

2 thoughts on “BIFF 2023 L’ANNO DELLA PAPERA

  1. Grazie per la recensione e colgo l’occasione per salutarti ! P.s.posso sapere come si può fare per acquistare la copia cartacea ?

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