LEGO® 42163 – Technic – Bulldozer da cantiere – Recensione

LEGO® 42163 – Technic – Bulldozer da cantiere – Recensione

Una triste annata

L’anno 2024 sarà probabilmente ricordato dai fan della serie Technic come uno dei più tristi della storia: Lego dice definitivamente (ma non ufficialmente) addio ai modelli alternativi (b-model). Questa tendenza, in corso già da diversi anni, aveva interessato inizialmente solo i set più grandi, senza intaccare quelli piccoli e medio-piccoli, ma adesso le cose sono cambiate. Il Bulldozer da cantiere 42163 di questa preview, che uscirà il prossimo gennaio, non presenta alcuna istruzione per una costruzione alternativa, né stampata né online, a differenza di tutti i suoi predecessori della stessa categoria (Technic 7+ con meno di 200 pezzi). Anche tutti gli altri set annunciati fino a ora seguono lo stesso destino (vedi questo illuminante video di RacingBrick).

La magra consolazione, se così si può chiamare, è che almeno questo non è un set con licenza. Nella comunità dei fan Technic irriducibili, infatti, l’aumento costante di modelli realizzati in collaborazione con altri marchi è osservato con crescente preoccupazione (vedi, per esempio, questo articolo di BrickSet dall’eloquente titolo “Dove si andrà a finire?”). Lego non aveva risparmiato dal marchiare nemmeno set piccoli come il GWP Ruspa caricatrice Volvo n. 30433 di soli 69 pezzi, quindi trovare adesso un macchinario da cantiere ancora libero da etichette è un dettaglio non trascurabile e per niente scontato. A dirla tutta, però, questo bulldozer è chiaramente un CAT, anzi oserei arrivare a dire che si tratta esattamente di un CAT D9. Se volete sapere come faccio a ostentare cotanta sicurezza, leggete innanzi.

Passi indietro?

La piccola scatola mostra sul fronte il bulldozer in tutta la sua gloria e sul retro, come di consueto, il lato B del modello e lo schema delle sue funzioni… anzi della sua funzione, visto che – ahimè – questo mini-bulldozer può fare una cosa sola: alzare e abbassare la pala. E qui ho un moto di stizza: questi piccoli set erano dei gioiellini di inventiva grazie all’alta concentrazione di funzionalità nel poco spazio a disposizione (vedi il mio precedente articolo) ma questo è decisamente un passo indietro rispetto a tutti gli altri!

Facciamo un breve confronto, per dovere di cronaca. Lo Skid Steer Loader n. 42116 del 2021, impropriamente chiamato Bulldozer in “italiano”, aveva solo 140 parti (55 in meno di questo) ma presentava due funzioni e un bel modello alternativo. Il Mini Bulldozer n. 8259 del 2009 aveva 165 parti (30 in meno) e la stessa unica funzionalità (sollevamento e abbassamento della pala), ma almeno aveva un bell’escavatore come modello B.
Dopo 14 anni abbiamo guadagnato pezzi ma perso funzioni? C’è una logica in tutto questo? Beh, se consideriamo l’estetica, che è stata decisamente migliorata verso un maggiore realismo, iniziamo a trovare qualche risposta a queste domande. Inoltre salta subito all’occhio un dettaglio, a causa del loro colore rosso: sono le ruote dentate che muovono i cingoli. Le avete riconosciute? Sì, sono proprio loro! Gli ingranaggi che normalmente troviamo ben nascosti all’interno delle scatole del cambio di veicoli di grosse dimensioni (parte n. 18946) sono stati portati alla luce e messi in bella mostra. Ma si tratta solo di un artificio cosmetico per distogliere l’attenzione dalle altre mancanze, o c’è uno scopo preciso per il loro utilizzo? Lo vedremo tra poco.

La costruzione

All’interno della confezione troviamo tre buste non numerate (tra le quali una riservata esclusivamente ai cingoli), un axle da 9 e il manualetto di istruzioni. Fortunatamente, non c’è neanche un adesivo: piccolo set, piccole gioie!

I primi passi della costruzione, com’era prevedibile, sono molto semplici: si assemblano un po’ di liftarm, pin e axle gialli e neri per realizzare il telaio di base. Al passaggio numero 8 si aggiungono la vite a spirale e la ruota dentata che costituiscono il cuore del meccanismo che muoverà la pala. Questa è una buona occasione per papà o mamme intraprendenti per dimostrare come funziona una vite e quali possono essere le sue applicazioni ingegneristiche (lo dico perché mio figlio, di 5 anni, mi ha tempestato di domande proprio a questo punto!).

Andando avanti con la costruzione mi compiaccio dell’uso parco che è stato fatto di pezzi System, limitato esclusivamente alla realizzazione della griglia sul cofano anteriore. È un bel passo avanti rispetto al bulldozer del 2009, dove invece una parte fondamentale del modello (la pala) era costituita da plate, tile modificati e panel.

Ai passaggi 27 e 28 la costruzione si fa un attimo più complicata perché, per poter inserire l’axle che fissa la cabina di pilotaggio, bisogna usare entrambe le mani per tenere bene in posizione le diverse parti (vedi foto).

Nel passaggio successivo la cabina è completata con uno strano mezzo liftarm giallo che copre di traverso il tettuccio e non sembra avere una giustificazione d’essere per motivi pratici. È a questo punto che mi sono chiesto se il designer di questo set si fosse ispirato a un modello di bulldozer reale e sono andato a esplorare il sito internet della CAT, visto che l’uso esclusivo dei colori giallo e nero puntavano in quella direzione. Qui ho trovato che il CAT D9 (vedi foto) è il macchinario che più si avvicina al nostro set 42163, a cominciare dalla cabina nera rastremata in fronte e sormontata da una larga sbarra di colore giallo.

Proseguendo, si aggiungono altri dettagli specifici del CAT D9, come i due tubi di scappamento neri montati subito dietro al muso e la pala con i bordi gialli e neri angolati. I cingoli, ovviamente, sono l’unica parte veramente noiosa della costruzione, ma sono assolutamente inevitabili. Comunque, in 57 passaggi il lavoro è completato e si può subito mettere all’opera il bulldozer facendogli sgomberare il tavolo dai pezzi avanzati.

I confronti

Il primo paragone che ho pensato di fare è stato con il Gatto delle nevi n. 42148 uscito precedentemente quest’anno (2023). Come si può osservare in foto, i modelli hanno dimensioni molto simili, il che depone a sfavore del nostro piccolo bulldozer poiché in realtà esso è un Heavy-Duty bulldozer, appartiene cioè alla categoria dei macchinari più grossi e potenti, e dovrebbe essere quindi molto più grande di un semplice gatto delle nevi. Il bulldozer perde la sfida anche per quanto riguarda le funzionalità: ben 3 nel set 42148! Il macchinario da cantiere, però, si riscatta con la sua migliore giocabilità dovuta allo scorrimento fluidissimo dei cingoli, i quali nel gatto delle nevi hanno qualche problema di trazione (infatti sono state aggiunte due ruotine gommate nascoste per aumentarla). Quindi finalmente posso confermare che l’uso delle ruote dentate rosse non è solo un vezzo cosmetico ma è anche una felice scelta pratica, dal momento che rendono più scorrevole il movimento dei cingoli.

Il secondo paragone lo faccio con il Camion ribaltabile n. 42147 che avevo citato prima. Anche qui si vede che il nostro bulldozer non è in scala con questo modello e perde 2 a 1 nel confronto tra funzionalità.

Il terzo e ultimo paragone lo faccio con il Bulldozer CAT D11 n. 42131 del 2021). Qui non c’è molto da dire, se non che il nostro mini-bulldozer sembra un adorabile cucciolo in confronto al mastodontico macchinario motorizzato prodotto un paio di anni fa.

L’espansione

Le foto del CAT D9 e il set del CAT D11 mi hanno fatto notare che questi bulldozer pesanti hanno di solito una specie di aratro posteriore, chiamato ripper o “estirpatore”. Vogliamo lasciare il nostro mini-bulldozer senza? Assolutamente no! Ecco, in questo video, una mia proposta per la realizzazione di un ripper il più possibile realistico e giocabile, ma allo stesso tempo realizzato con il numero più piccolo possibile di pezzi (22).

Un’altra caratteristica che si trova nei bulldozer reali, ma che qui è assente, è una terza ruota dentata che muove i cingoli. Vogliamo lasciare il nostro mini-bulldozer senza? Assolutamente no! Però, stavolta, per quanto abbia provato e riprovato sperimentando diverse soluzioni, non sono proprio riuscito a inserire nemmeno il più piccolo ingranaggio nello spazio angusto tra le ruote rosse e i beam gialli che fanno da parafanghi e base della cabina. Mi sono consolato pensando: “Ci avranno provato anche alla Lego senza riuscirci, altrimenti l’avrebbero messa di sicuro la terza ruota dentata!”. Poi mi è caduto l’occhio sul gatto delle nevi che era rimasto lì sul tavolo e ho avuto l’illuminazione: perché non provare con una ruota “sdentata”? Ecco il risultato.

Per concludere

Questo piccolo set è molto basilare, ma molto ben curato e tutto sommato piuttosto carino da vedere. Sicuramente è appropriato per la fascia d’età 7+ per la sua facilità di costruzione e per l’opportunità di apprendere il funzionamento di alcuni ingranaggi specifici. Inoltre, nonostante l’assenza di un modello alternativo ufficiale, offre alcune interessanti opportunità di personalizzazione.
Tuttavia, come detto all’inizio, per il prezzo di 10 euro ho visto (e acquistato) set di dimensioni maggiori, contenenti parti più interessanti e con più funzioni di gioco: se cercate un piccolo regalo per un bambino o una bambina in cui si sta accendendo la passione per i Technic, questo set andrà benone, ma nel catalogo Lego potreste ancora trovare qualcosa di più elaborato.

Il Bulldozer da cantiere 42163 sarà in vendita a partire dal prossimo 1° gennaio ad un prezzo di 9,99 Euro.

Si ringrazia il Gruppo LEGO® per aver fornito a Brick.it Magazine una copia recensione del set. Tutte le considerazioni espresse in questa recensione sono frutto dell’opinione personale dell’autore.

Ringrazio Alan Pedrini di SILUG per avermi prestato molto gentilmente il suo Bulldozer CAT D11.

One thought on “LEGO® 42163 – Technic – Bulldozer da cantiere – Recensione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *