MEI 2023

MEI 2023

IL DECIMO ANNO DELLA BRICK ARENA

Finalmente a Verona la nostra amata Brick Arena ha raggiunto il numero di espositori che si erano visti nel 2019, ovvero nel periodo “precovid”. Se ne sono contati almeno 300! Purtroppo, devo segnalare che continua anche qui la cattiva abitudine, che ho osservato altrove, cioè “del porto solo una bomboniera”, ovvero la maggior parte dei partecipanti ridimensiona le misure delle opere, in maniera da poter fare comunella con altri espositori e condividere quindi la stessa auto, nell’intento di ridurre le spese di viaggio. Tanto è vero che le grosse installazioni sono un po’ venute a mancare: se prima del 2020 si potevano contare una cinquantina di grandi diorami, questa volta il numero è meno della metà. Se prima, con la mia opera elfica di oltre due metri, facevo una pessima figura al confronto di quelle più grandi, che definirei colossali, adesso sarebbe uno dei pochi a raggiungere misure considerevoli, misure però molto al di sotto delle aspettative. Stanno mancando i grandi costruttori e quei pochi che continuano ad esserci, non hanno più la forza e/o volontà di portare il “mondo”. Ciononostante, lo spettacolo non si è fatto desiderare, perché gli espositori accorsi da tutta Italia e persino da nazioni, come Germania, Slovenia, Svizzera ed anche dal Principato di Monaco hanno portato MOC differenti per tipologia e bellezza da lasciare i visitatori senza fiato.

Il protagonista in assoluto, ovviamente è stato Andrea Lattanzio, aka Norton74, il primo italiano ad aver raggiunto l’obiettivo di farsi produrre un proprio set per la linea IDEAS.

La A-Frame Cabin di Andrea Lattanzio ed il set IDEAS

Instancabile come non mai, ha accolto amici e fans, firmando centinaia di confezioni della sua opera ed intrattenendosi con infinite chiacchierate, strette di mano e fotografie di gruppo. Questa edizione è stata la festa dedicata a lui e se lo è meritato, perché è il nostro orgoglio nazionale, l’orgoglio di tutti noi AFOL d’Italia. Davanti al suo tavolo, si sono create delle code inevitabili, perché tutti lo volevano festeggiare e soprattutto ringraziare per il grande lavoro effettuato con la sua opera ed ogni volta che passavo lì vicino, il mio cuore si scaldava di gioia nel vedere tutte quelle persone felici di poter stringergli la mano.

Un altro eroe degli AFOL italiani è Sandro Damiano, che grazie al suo Winter Chalet ha raggiunto una notorietà internazionale, grazie al BRICKLINK DESIGNER PROGRAM (una linea simile a quella IDEAS, ma con regole differenti). Ovviamente, ad una manifestazione così, non poteva mancare. Le sue opere erano non poco distanti dal grande Norton74, ma erano altrettanto belle ed interessanti da osservare, come ad esempio la novità assoluta che ha intitolato “La casa in Provenza”, Un’opera molto colorata e piena di dettagli sia all’esterno che dentro la casetta rurale tipica di quella zona della Francia. C’era certamente il suo fiore all’occhiello, ormai famoso in tutto il mondo e che proprio nel weekend del MEI sta cominciando ad entrare nelle case degli AFOL italiani e stranieri. Sistemato all’interno di un piccolo diorama invernale, il suo Winter Chalet era in bella mostra e risaltava nella sua livrea migliore.

La casa rurale in Provenza di Sandro Damiano

Ogni anno con questa manifestazione, il LUG di casa, il CLV, ci abitua con la presentazione di una delle proprie opere comunitarie. Questa volta quei ragazzacci ci hanno voluto sorprendere con un grande mosaico, dove sono state riprodotte le maggiori attrazioni turistiche della zona. Si possono riconoscere con facilità l’arena di Verona, Il ponte di Rialto a Venezia, le tre cime di Lavaredo, la piazza Primo Maggio a Padova ed il ponte di Castelvecchio a Verona.

Il mosaico del CLV

Anche questa volta, non mi sono limitato a fare l’osservatore ed ho partecipato come espositore. Vi confesso, che non essendo sicuro della mia partecipazione fino all’ultimo, questa volta mi sono adattato alla corrente della “bomboniera” ed ho portato una delle mie opere più contenute, la più recente “Reggia di Bugliano”, che altro non è che una presa in giro a certe installazioni giganti che però sanno di poco, in quanto mancano di tecniche, preziosismi e decorazioni varie che ci dovrebbero essere, visto che la scala utilizzata potrebbe garantire certi virtuosismi. Infatti, quell’edificio non esiste, come inventato lo è anche il paesello, ma la mia opera, sebbene molto più piccola, è ricca di incastri particolari che necessitano di alcuni piccoli tutorial per essere replicati.

Reggia di Bugliano

Un’altra tenuta, ma questa volta veritiera, è quella della versione in mattoncini della palazzina di caccia di Stupinigi di Torino. L’hanno realizzata i membri del Piemonte Brick Lug, dietro le direttive del sempre abile Lorenzo Brovia. Erano anni che la versione in plastica era caduta in rovina e sepolta da macerie e polvere, fortunatamente però è stata ripristinata e si è fatta ammirare nei territori lontani da casa.

Un altro big del concorso IDEAS è Renato Lovicario che di belle cose ce ne ha portate davvero tante, come ad esempio i celebri trulli che raggiunsero i 10.000 voti proprio nella sopracitata gara oppure una fabbrica fantascientifica con all’interno astronavi e robot in costruzione.

I trulli di Renato Lovicario.

La Neverland di Roberto Ceruti, convince sempre di più, così tanto che ho deciso di premiare la sua bravura con uno dei tre mattoncini PREMIUM della mia pagina THE BRICKS BOX che assegno durante le manifestazioni in cui sono presente. Trattasi di un diorama dinamico dove vengono riprodotte le fasi salienti della storia di Peter Pan sull’isola che non c’è.

Neverland by Roberto Ceruti

Le migliori auto della F1, realizzate con i mattoncini, sono sempre quelle di RoscoPC e come ormai ci ha abituati, il nostro Luca ce le porta tutti gli anni per farcele ammirate. Da quando frequento io il MEI, non ha mai saltato un’edizione.

Se vi piace il progetto IDEAS del Saturn, non potrete che apprezzare la splendida MOC che ha portato il mitico re delle aste LEGO, ovvero il torinese Diego Gubeila. Lo ha chiamato TERRAFORMING – A STAR TRAIN TO MARS. In pratica si è ispirato ad una indagine della NASA su come poter affrontare un viaggio fino a Marte ed allo stesso tempo “terraformarlo” per renderlo abitabile. Quello che vedete è all’incirca come dovrebbe risultare la monumentale astronave che servirebbe all’impresa.

L’astronave per il terraforming di Diego Gubeila

Idracore è un ragazzo talentuoso e così geniale, così tanto che tra noi AFOL lo abbiamo ribattezzato “l’uomo che arriva dal futuro”. Realizza astronavi, treni e quant’altro in chiave futurista. Le sue MOC sono prettamente dinamiche ed adottano movimenti del tutto inusuali ma strabilianti. Per capire di cosa sto parlando, vi consiglio di vedere questo video.

MOC di Idracore

Svettava tra tutti il grattacielo del primo LUG del sud, il Brickout Lug. Trattasi di una bellissima collaborazione dei suoi membri, di amici ed anche simpatizzanti. Per avere più informazioni vi consiglio di cliccare qui.

Brickout Skyscraper

Lilly Brick è una ragazza dotata che ha realizzato Portorosso, il paesello in cui è ambientato il film d’animazione Luca della Pixar. Questa è una MOC ricca di dettagli e molto colorata, che cattura l’attenzione e riporta con la mente a rivivere le scene della pellicola cinematografica.

Portorosso, Luca della PIxar, by Lilly Brick

Paolo Loro è un builder che un po’ alla volta si è ritagliato una buona fama internazionale e questa volta, oltre alle sue solite opere, mi ha stupito con la riproduzione in scala nettamente maggiore (32×32 circa) del TILE 2×2 stampato che riproduce la mappa del tesoro dei pirati.

Il mega TILE della mappa dei pirati fatta da Paolo Loro

Di battaglie e basi dedicate ad Hoth ne ho viste tante, ma quella di Samuele Favaro, a mio parere, è la migliore sia per scala utilizzata che per realizzazione. Trattasi di un diorama ormai datato, ma ha ben figurato di fronte a tutte le altre opere a tema STAR WARS. Non perdetevi il video che ho pubblicato recentemente nel mio album personale.

La base di Hoth by Samuele Favaro

A proposito di installazioni gigantesche, di cui all’inizio mi stavo lamentando della scarsa presenza, grazie ad un teutonico di nome Adrian Kniewald, posso dire di aver immortalato con video e fotografie una MOC spaventosamente grande. Non sono affatto un amante del binomio STAR WARS e LEGO, ma vi confesso che non ho potuto fare a meno di esaminare nel dettaglio ogni angolo. Ovviamente, vi consiglio vivamente di vedervi anche il video, perchè trattasi effettivamente di un diorama monumentale.

MOC By Adrian Kniewald

Mirko Sopplesa, il mitico Starbrick , nonostante abbia il grosso delle sue opere esposte al quartier generale della LEGO in Danimarca, ha ancora qualche colpo nella sua canna del fucile. Infatti ci ha portato la novità di uno STARTROOPER particolare, affiancata da altre sue maxifigure super dettagliate nei minimi particolari. Vi consiglio di non farvi sfuggire il video che gli ho dedicato.

Startrooper by Mirko Soppelsa

Un’opera che desideravo vedere da vicino, è la Minas Tirith progettata dallo studio Stebrick di Stefano Mapelli and co. Sembravo un bambino di cinque anni, quando ho appreso che a Verona finalmente il mio piccolo sogno poteva avverarsi. Conta non meno di centomila pezzi e quella esposta è stata costruita da Paolo Di Pietro. Leggendo la targhetta con le informazioni, questo diorama è solo l’inizio di un progetto ben più ampio, infatti manca ancora la cittadella in alto, più tutta la roccia dietro, ma pare che qualcosa si stia muovendo in tal senso e prima o poi sarà possibile ammirare l’opera completamente finita.

Minas Tirith, progettata da Stebrick

Marco Cenci, aka Cap.Barbatos, mi ha veramente sbalordito con le sue imbarcazioni. Vi confesso che le ho sempre viste in internet, ma vi giuro che non sapevo che il builder in questione fosse italiano. Il suo olandese volante ed anche la sua Charonte sono un qualcosa di terrificante, ma in senso senza ombra di dubbio buono.

Olandese volante di Marco Cenci
Charonte di Marco Cenci.

Chi ha più o meno la mia età, apprezza moltissimo quello che sa fare con le sue mani il mitico Marco De Bon, aka Marco’s toys, perchè è in grado di replicar i robot della mia infanzia in maniera così maniacale che sembrano sbucati dal tubo catodico. Recentemente ha pubblicato sui suoi social il mitico Yattacan della serie dedicata a Yattaman, ma il mio preferito è sempre lui, il robot per eccellenza, Goldrake. Lui lo ha anche presentato su IDEAS, quindi cosa ne dite di andare a votarlo al seguente link? Magari un giorno, potrebbe diventare un set ufficiale.

Goldrake di Marco De Bon

Un altro vincitore di questa edizione del PREMIUM BRICK che assegno con la mia pagina THE BRICKS BOX, è Daniele D’Aprile, un costruttore fenomenale, che a Verona questa volta ci ha portato una piccola porzione della sua favolosa città, ma nonostante fosse solo una parte, ha catturato la mia attenzione a tal punto da premiarlo. La sua tipica stazione ferroviaria del territorio rurale italiano è qualcosa di dettagliato e finemente cesellato e non poteva non essere notata. Come ho detto anche lui, ho impiegato parecchio tempo a fare tutte le “radiografie” del caso per carpirne tutti i segreti.

La stazione ferroviaria di Daniele D’Aprile

Il terzo vincitore del PREMIUM BRICK è Silvio Giovetti, inoltre lui ha vinto anche il premio assegnato dal CLV Recognized LUG con il trofeo BEST MOC, che l’associazione assegna soltanto alla BRICK ARENA, durante lo svolgimento del MEI. Daltronde, non potete dare torto nè a me, tanto meno al LUG, perchè il suo diorama è qualcosa di molto curato. Al centro del suo tavolo, trionfa una cattedrale di fantasia, molto ben dettagliata, con finestre policrome e molti dettagli che inneggiano lo stile gotico. Il caseggiato intorno, richiama i fabbricati del lontano 1800. Sono molto esilaranti alcune scenette, come la minifigure che fa il bagno nella fontana, incurante della guardia che gli vorrebbe dare una manganellata, oppure l’elefante che si rifiuta di essere addestrato ed infine “colora” di marrone uno dei due addestratori. In una delle nostre chiacchierate, Silvio mi ha spiegato che siccome non aveva più la coda dell’animale, ha deciso di trovare la maniera di esporlo lo stesso senza, pertanto ha ricreato la scenetta dell’elefante incontinente.

La cattedrale di Silvio Giovetti
La fontana con l’ignaro bagnante, presto “manganellato”
Ecco cosa succede, se si da noia agli elefanti

Nello stesso quadrante espositivo c’era anche Fabio Ghillani che ha riproposto per noi la bellissima “Arca di Noè” vista al Mongrando Brick per la prima volta ed anche la super novità “Pinocchio e la balena”. Abbiamo parlato abbondantemente di entrambe le opere sul blog di Brick.it e potete recuperarlo qui.

L’arca di Noè di Fabio Ghillani
Pinocchio e la balena

Finalmente, le esposizioni si stanno riempiendo con le repliche delle opere di Stefano Mapelli. Poco fa vi ho parlato di Minas Tirith, adesso mi occuperò del Tempio di Horus nella versione costruita da Federico Ioratti. Che cosa vi devo dire? Ne avevo già descritte le lodi in un mio precedente resoconto della mia visita al Mattoncinando dello scorso settembre, presso Busto Arsizio, pertanto vi suggerisco di recuperare l’articolo. (il link è qua sopra).

Tempio di Horus di Stebrick

Quest’anno a Verona c’è stata una massiccia presenza di espositori stranieri e questo bel diorama medioevale, intitolato Dragon Castle è una delle tante opere che gli amici del Bricking Bavaria ci hanno portato. I costruttori in questione sono Annette Pitsch e Thomas Nickolaus. Troverete un bel video che ho fatto qui.

Castle Dragon by Annette e Thomas (Bricking Bavaria)

Siamo arrivati al termine. Ce ne sarebbero di cose da dire ed altre MOC da presentarvi, ma il tempo per me è tiranno ultimamente, pertanto adesso vi dedico le ultime foto della favolosa città comunitaria denominata X CITY, in quanto la pianta ha proprio la forma di una croce, quella che nei numeri romani sta ad indicare il numero 10, proprio come gli anni in cui è stata introdotta la BRICK ARENA al Model Expo Italy di Verona. Questi sono i numeri impressionanti che ne fa la città più grossa che abbia mai visto, finora: 110 mq di superficie totale, 4 braccia da 12 metri ognuna per un totale di 26 metri di lunghezza,1629 baseplate da 32×32 e 1.700.000 stud. Gli artefici di questo colossale lavoro sono 5 associazioni/LUG: CLV recognized LUG, ITLUG, Brickout LUG, Aemilia e BrianzaLUG. Vi consiglio di andare a vedere il video che ho girato; lo troverete in questo link. Alla prossima!

X CITY
X CITY
X CITY
X CITY
X CITY
X CITY

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